Regione, la giunta allargata non piace a tutti 

Critiche anche da settori della Svp. I leghisti altoatesini presi alla sprovvista: vogliamo spiegazioni



BOLZANO. Giunta regionale, «musi lunghi» in casa della Lega altoatesina, ma anche nella stessa Svp non manca chi si dice scontento per l’allargamento a 6 dell’esecutivo regionale. Se l’accordo trovato a livello di governatori per risolvere il problema della composizione etnica della giunta con due esponenti Svp - oltre allo stesso Kompatscher, la neoconsigliera Jasmin Ladurner - e allo stesso tempo l’entrata di tre trentini - insieme a Maurizio Fugatti, anche Claudio Cia e Giorgio Leonardi - a cui aggiungere il ladino Manfred Vallazza, mette a posto le questioni numeriche, restano alcuni problemi irrisolti. Il primo è che l’aumento del numero dei componenti dell’esecutivo trova oppositori anche dentro il partito di raccolta. «Che figura ci facciamo, sembra proprio una rincorsa alle poltrone», dicono in molti. Dentro una Stella alpina che sta già vivendo male anche la recente scelta di Kompatscher di non dare la vicepresidenza della giunta provinciale a Philipp Achammer, un altro motivo di attrito tra opposte fazioni. Perché volenti o nolenti, nel partito di raccolta c’è in corso una frattura dalle conseguenze ancora incerte. Sulla questione della giunta regionale ieri doveva esserci un incontro dei leghisti altoatesini, sorpassati dai due governatori. Se la giunta fosse rimasta a cinque il posto sarebbe andato ad un leghista dell’Alto Adige, con ogni probabilità Rita Mattei, anche per questioni di genere. «Impossibile ieri parlare con Fugatti e Kompatscher, ci proverò domani (oggi, ndr)», spiega il commissario altoatesino della Lega, Massimo Bessone. Se non ci fosse spazio per Mattei, o in subordine per Vettori, i leghisti altoatesini chiederebbero qualcosa in cambio. Il 30 gennaio prossimo è prevista la seduta di consiglio regionale. All’ordine del giorno le nomine per l’ufficio di presidenza. Per la giunta si andrà a febbraio.













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