Regole comuni in tutte le Dolomiti per il turismo in bici

A Selva Gardena un dibattito con esperti e amministratori Scopo: uniformare norme e interventi per la sicurezza


di Ezio Danieli


DOLOMITI. Una tavola rotonda per discutere delle potenzialità turistiche legate alla mountain bike e del beneficio che queste possono portare alle Dolomiti intere. È stato questo il fulcro della serata organizzata a Selva Gardena da Gerhard Vanzi, ideatore della Sellaronda Hero, che ha invitato un pool di esperti a trattare il tema della mountain bike e delle sue più recenti declinazioni (vedasi la e-bike) come un’opportunità per una forma di turismo vicino all’ambiente montano. Con il moderatore Harald Pechlaner dell’Istituto Eurac di Bolzano, ne hanno discusso l’assessore alla mobilità della Provincia Florian Mussner, Cesare Micheletti della Fondazione Dolomiti Unesco e i rappresentanti delle quattro valli intorno al Sella: Günther Pitscheider - Val Gardena Marketing, Oscar Alfreider - Consorzio turistico Alta Badia, Michela Lezuo - Consorzio turistico Arabba Fodom Turismo e Enzo Iori - Apt Val di Fassa.

«La vendita di mountain bike e bici in generale aumenta di anno in anno - ha spiegato Pitscheider – e, per incentivare questo turismo, con l’Alpe di Siusi abbiamo creato un reticolo di percorsi segnati, con cartine disponibili in formato cartaceo e online».

Alfreider ha raccontato un aneddoto relativo a un episodio durante il Sellaronda Bike Day: «Ero fermo a Passo Gardena quando un ragazzo ha fermato il suo gruppo e ha detto “mi è venuta la pelle d’oca, non ho mai visto un panorama del genere”. Da qui dobbiamo fare delle riflessioni – ha detto Alfreider – incentivando il turismo ciclistico, senza dimenticare chi si godono queste montagne con l’escursionismo a piedi. È fondamentale differenziare i sentieri per pedoni e quelli per biker».

L'assessore Mussner ha parlato degli impegni futuri: «È importante che i percorsi di mountain bike vengano regolamentati e ci stiamo muovendo in questa direzione tra mille difficoltà normative con le province di Trento e Belluno, non dimenticando che nella nostra provincia tutto questo va integrato nel nostro ecosistema. Perciò, incentiviamo l’uso di mezzi elettrici e a idrogeno, che saranno il futuro della mobilità sulle Dolomiti».

Cesare Micheletti, della fondazione Dolomiti Unesco, suggerisce che le Dolomiti diventino un laboratorio dove sviluppare una proposta integrata: «Siamo convinti che in futuro sia indispensabile collegare tutto l’arco dolomitico con percorsi da est a ovest, dal Friuli al Brenta, per valorizzare appieno il territorio e ragionare su un’esperienza itinerante». Tutti i relatori si sono trovati d’accordo sulla necessità di una regolamentazione per la responsabilità in caso di incidenti sui sentieri e sulla manutenzione degli stessi.













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