BOLZANO. Solamente entro la fine di questa settimana l’avvocato Mirko Zambaldo, difensore dell’imprenditore altoatesino arrestato a Verona con l’accusa di aver segregato per due settimane una sua collaboratice (ed ex compagna), deciderà se presentare o meno ricorso al tribunale del riesame di Venezia. Prima di prendere qualsiasi decisione l’avvocato ritiene necessario avviare indagini difensive nel tentativo di verificare alcuni aspetti non ancora del tutto chiari della vicenda. Soprattutto in relazione al contenuto del cosiddetto memoriale che l’indagato sudtirolese ha consegnato al giudice delle indagini preliminari senza molta fortuna. Per il momento il quadro indiziario nei confronti dell’impresario agricolo resta molto pesante.

Senza fatti nuovi, dunque, la custodia cautelare in carcere di Reinhold Thurner (e del suo presunto complice) appare assolutamente giustificata soprattutto in relazione al pericolo di fuga e di reiterazione del reato. «L’inusitata brutalità delle condotte, portate avanti per un lungo periodo e nonostante le implorazioni della vittima ed il sadismo e la crudeltà dimostrate - si legge nell’ordinanza della giudice Livia Magri in relazione anche alla posizione del presunto complice Piotr Nowicki, polacco di 32 anni - non possono che portare a ritenere elevatissimo e concretissimo il pericolo di reiterazione criminosa...» Secondo il giudice è anche «impensabile qualsivoglia misura diversa dalla custodia in carcere...» vista la gravità del quadro indiziario complessivo.

E’ molto probabile che le indagini difensive annunciate dall’avvocato Zambaldo riguardino i comportamenti della donna segregata che viene accusata dall’imprenditore in carcere di aver rovinato l’azienda a cui avrebbe cercato in più occasioni di arrecare danni.

Accuse pesanti, quelle di Reinhold Thurner, che attendono una prima verifica ed un primo riscontro di fondo.

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