Renzi conferma l’alleanza con la Svp  

Ascolta gli imprenditori, poi incalza i militanti: «Possiamo vincere». La visita al Noi: «Copiare la vostra voglia di fare»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Alla fine, niente treno per Matteo Renzi. L’ultimo tratto di strada, da Mezzocorona a Bolzano, il segretario del Pd ieri pomeriggio lo ha percorso in auto, per recuperare il ritardo accumulato in una giornata che lo ha visto in Veneto, poi in Trentino, a Bolzano e infine ripartenza per Brescia. A Bolzano si è fermato più del previsto, un’ora e mezza al Noi Techpark, prima in dialogo con gli imprenditori («ditemi, vi ascolto»), poi in una sala con una cinquantina di invitati, soprattutto militanti. Non un evento pubblico. «Destinazione Italia» è il tour con cui Renzi attraversa le regioni a bordo di un intercity in affitto. In stazione alla fine, con il treno, è arrivato solo il gruppo di giovani del Pd e militanti bolzanini (con Liliana Di Fede e Nadia Mazzardis) che lo avevano raggiunto a Mezzocorona, per «scortarlo» in Alto Adige. Non è un tour da tutto esaurito. Lontana la stagione, per restare a Bolzano, del teatro Rainerum strapieno. Le tappe vengono organizzate senza clamore, per evitare contestazioni. E sui binari, ad aspettare (invano) Renzi, ieri sera c’erano meno di dieci persone.

Al Noi invece un Renzi a ruota libera. Ha parlato di economia e di politica. Sulle scale, alla domanda «come va con la Svp?», arriva di fatto la conferma dell’alleanza per le politiche: «Abbiamo lavorato bene, non credo che ci siano problemi a proseguire».

Entra al Noi e lo accolgono, tra gli altri, Federico Giudiceandrea (presidente Assoimprenditori), Walter Pichler (Stahlbau Pichler), Anton Seeber (Leitner), Claudio Corrarati (Cna), Claudio Lucchin, l’architetto che ha lavorato al Noi, un progetto che strappa la sua ammirazione. Lo accompagnano i vertici Pd (Bressa, Huber, Costa, Tommasini).

Nell’atrio del Noi, il colloquio con gli imprenditori. È già venuto a Bolzano come leader Pd e come premier. «Dobbiamo copiare alcune cose dell’Alto Adige. I vostri dati sulla disoccupazione non sono italiani... L’alternanza scuola lavoro sono venuta a studiarla. Ma soprattutto, bisogna copiare il vostro desiderio di fare». Giudicendrea, Pichler e gli altri elencano: costo del lavoro, meritocrazia, export, formazione, sburocratizzazione. A Seeber chiede «quanto fatturato fate? Dove costruite le funicolari di città?». Poi nella sala, via alla discussione con i militanti invitati. Tonico, con battute («oggi non si par la di calcio, qui solo hockey»). Doveva durare meno di un’ora, a forza di «l’ultima e vado» arrivano quasi le 21. Una ragazza gli chiede della politica. Come dovrebbe essere fatta? «La politica è una cosa bella, ma ci dobbiamo impegnare tutti. Non mi interessa la politica professionale da un parte e l’anticasta dall’altra. Serve una via intermedia, con il coinvolgimento di tutti. E guardate che le porte sono aperte. Se uno come me è diventato premier, ce la può fare chiunque...». Incalzato sulla legge elettorale. Svolgimento motivazionale: «Purché nel Pd la smettiamo di litigare, possiamo essere il primo gruppo in Parlamento. Siamo specialisti nel buttarci giù, ma abbiamo il doppio dei voti di Forza Italia e sui collegi uninominali possiamo avere un raggruppamento verso il centro, uno verso sinistra, e un altro ancora che cerchiamo di costruire con la Bonino e gli ambientalisti per superare il 30%». E come si vince? «Lavorando, tutti voi. In venti collegi siamo in bilico. Conta ogni voto». Tanta economia anche nella chiacchierata con i militanti, e ancora Seeber, Giudicendrea, Corrarati e Pichler in ascolto. Le banche, dal caso Etruria alla Banca d’Italia, «alla fine si capirà che in Italia non hanno funzionato i controlli». La rivendicazione: «I risparmiatori posso guardarli negli occhi». L’economia con il segno più: «Quando siamo partiti il Pil era al meno 2%. L'Istat oggi dice che nell'ultimo anno il Pil è stato quasi al 2%, con il segno più». Obiettivo, Berlino: «Nel 2018 noi raggiungeremo la Germania, perché i dati sulla produzione industriale vanno in quella direzione». E comunque, «non si vive di sola austerity, come dicevo alla Merkel». Il turismo: «L’Alto Adige da solo raccoglie tanti turisti stranieri quanto il sud tutto insieme, parliamo di posti come Pompei, Taormina, Matera.. Vi voglio bene, avete le Dolomiti e la neve artificiale, ma significa che qui qualcosa funziona e al sud qualcosa no». Tra riduzione del cuneo fiscale e sburocratizzazione, «una montagna di miliardi» si renderà disponibile tra pochi anni, grazie alla tracciabilità del denaro, «bisogna puntare sull’emersione del sommerso». Quanto al M5S, «parla di reddito minimo garantito, così i giovani si abituano a vivere di sussidi, invece è importante il lavoro. Che quando lo perdi, magari a 52 anni, non riesci a guardare tuo figlio negli occhi».

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