Rifugi: Cai e Avs duri con la giunta

Secondo le due associazioni alpinistiche la Provincia dice solo «mezza verità»



BOLZA NO. Dopo il bando andato deserto per la gestione dei 25 rifugi altoatesini è ancora polemica tra le due associazioni alpinistiche Cai e Avs e la giunta provinciale. Secondo Alpenverein e Club alpino italiano la Provincia ha detto solo «mezza verità» e non ha sottolineato come nei 261 mila euro degli affitti siano compresi anche la gestione e manutenzione delle strutture, con un tecnico pronto a partire in qualsiasi momento, una segretaria che coordina, ma anche le spese vive dei volontari.

«La Provincia - si legge in una nota congiunta - dal 2011 gestiva i rifugi autonomamente, facendosi anche carico dei costi di gestione, dell'assicurazione e dei rischi». Queste spese ora dovrebbero essere coperte direttamente dai due club alpini. Cai e Avs ribadiscono comunque la loro volontà di gestire i rifugi con condizioni economiche accettabili. «I rifugi - affermano - sono un bene culturale e storico». I club sollevano anche dubbi sulla necessità di assegnare la gestione tramite appalto pubblico, visto che Cai e Avs operano senza scopo di lucro e visto che i rifugi hanno anche una rilevanza per la protezione civile. Il governatore altoatesino Arno Kompatscher da parte sua si è detto stupito «del grande clamore suscitato dalla notizia», visto che «non è certo la prima volta che un bando va deserto». Detto questo la Provincia ora potrà «indire un nuovo bando con un prezzo più basso oppure passare alla licitazione privata».

Kompatscher non ha escluso che altre offerte possano essere arrivate per posta. «A fare fede è il timbro postale». In serata è arrivata anche una nota da Sel che critica l’atteggiamento della Provincia. «La clamorosa iniziativa di protesta attuata da Cai e Avs nei confronti della Provincia in relazione alla gestione dei 25 rifugi alpini passati dallo Stato alla Provincia stessa è pienamente condivisibile nel merito e nel metodo. Una visione miope e burocratica rischia di fare tabula rasa di tutte le ragioni storiche, culturali, professionali e ambientali che devono, invece, fondare una scelta di qualità su una questione strategica».

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