Sbronza da record: i carabinieri salvano una diciannovenne

Con il 3% di alcol nel sangue vagava in zona industriale. Al limite del coma etilico è stata soccorsa da una pattuglia


di Tiziana Campagnoli


BRESSANONE. Nel loro giro di pattuglia i carabinieri hanno notato una ragazza che vagava in zona industriale senza una meta precisa, barcollando vistosamente. Erano le tre di notte. Sembrava in grave difficoltà: non si reggeva in piedi e pareva non avesse un’idea di dove si trovasse o di dove volesse andare. L'hanno raggiunta e cercato di identificare.

Stava in condizioni pessime, tanto da indurre gli uomini dell'arma a chiamare immediatamente un supporto medico. La ragazza, una diciannovenne, era praticamente sull'orlo del coma etilico. Gli accertamenti sanitari hanno permesso di appurare che era in stato di intossicazione alcolica acuta, con tasso del 3%. Una fortuna che la pattuglia l’abbia incrociata e soccorsa.

È un caso emblematico e gravissimo della situazione che Bressanone sta cercando di affrontare con ripetuti incontri e tentativi di sensibilizzazione. L'allarme è stato lanciato da una serie di casi di violenza quasi sempre legati all'abuso di alcol e accaduti in città, solitamente accanto ai tradizionali luoghi di ritrovo dei giovani: sempre meno gli oratori e sempre più i bar o i locali da ballo. Quelli che sembravano atti isolati e fisiologici di una realtà urbana sono diventati col tempo motivo di preoccupazione per le famiglie e per gli amministratori.

L'ultima visita del commissario del governo, avvenuta alcune settimane fa, aveva posto l'attenzione proprio sul problema dell'alcol tra i giovani. Se la criminalità tradizionale è tenuta sufficientemente sotto controllo e non dà preoccupazioni al di là di un'attenta e costante sorveglianza del territorio, il problema giovanile spicca in tutta la sua gravità tanto che le stesse forze dell'ordine hanno ritenuto necessario mettere tra le loro priorità un più attento controllo dei locali notturni. Dal canto suo, anche il Comune ha promesso uno sforzo ulteriore per portare nelle scuole il tema, in modo da affrontarlo come problema di educazione alla salute e civica.

La settimana scorsa proprio a Bressanone si è tenuto un incontro allargato a forze dell'ordine, educatori, consulenti esperti del mondo giovanile, amministratori e, ovviamente, famiglie. Ne è uscito un dibattito franco, ma anche molto preoccupato. Il sindaco ha lanciato un appello perché gli educatori, tutti e ciascuno nel proprio ambito, tengano d'occhio i ragazzi e non li lascino mai soli. Purtroppo le scene che soprattutto il venerdì e sabato sera si presentano davanti agli occhi degli agenti in servizio sono tristemente desolanti: ragazzi, spesso giovanissimi, che arrivano a bere alcolici fino a stare male.

E chi non riesce a comprare bottiglie nei bar perché magari minorenne, si fa aiutare da qualcuno che ha raggiunto la maggiore età per procurarsi birre e liquori nei supermercati da consumare per strada. Ne sono testimonianza le devastazioni dei giardini, invasi da bottiglie abbandonate a terra. Certo, la questione non riguarda solo Bressanone, ma la città, toccata nel cuore da diversi fatti legati all'alcolismo spesso violento, ha avuto se non altro il merito di essersi posta il problema, nella speranza di trovare una soluzione.

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