BRENNERO

Schengen, al Brennero è quieta allerta

L’Austria non ha ancora “chiuso” la frontiera. Stocker:«Niente allarmismo ma dobbiamo prepararci a più scenari»


di Alessandro Bandinelli


BOLZANO. Nessun filo spinato è stato eretto sul confine del Brennero, caduto nel 1997 con l’adesione dell’Austria a Schengen. C’è il solito benzinaio, il solito negozio di vestiti, il parcheggio, l’outlet, le auto circolano liberamente, c’è una macchina della polizia austriaca ma nulla più, chi vuole può circolare ancora liberamente. Su questa apparente normalità però da ieri grava un ombra, e non sono i -9 gradi che qui sul passo sono la norma di questa stagione, ma le parole del cancelliere austriaco Werner Faymann che nell’intervista al giornale Oesterreich, ha affermato di voler “annullare temporaneamente Schengen”. «Il controllo delle persone che vengono nel nostro Paese è stato rafforzato- ha dichiarato il cancelliere - Esattamente come fa la Germania abbiamo deciso di aumentare i controlli alle frontiere e di effettuare rimpatri». Chiunque raggiungerà l'Austria “verrà controllato: chi non ha diritto all'asilo verrà rispedito indietro”. Perché “se l'Ue non lo fa, non protegge le frontiere esterne di Schengen, è l'esistenza stessa dell'accordo a decadere”. Parole che seguono di poco gli annunci di Svezia e Danimarca che si dicono anche loro pronte a mettere in atto misure restrittive del trattato di libera circolazione. I prodromi della nuova posizione austriaca erano arrivati qualche giorno fa per bocca del capo della polizia tirolese che in un’ intervista alla Tiroler Tageszeitung paventava un boom di 700 arrivi al giorno per la prossima primavera, prevedendo un rafforzamento dei controlli al confine.

Certo, la notizia del primo ministro ha messo in allerta l’Italia, ma per ora, pare che dalle parole non si sia ancora passati ai fatti. «Chiudere il Brennero non è esattamente come chiudere il portone di casa» dice Giorgio Augusto Porroni capo della Digos di Bolzano che al momento non segnala controlli sulla linea di frontiera.

Secondo l’assessora Martha Stocker: «Dobbiamo interpretare questi annunci come una richiesta di aiuto. D’altra parte quando di 160 mila richiedenti asilo ne sono stati ridistribuiti solo 280 è difficile credere che esista davvero una risposta europea». E sull’ipotesi di maggiori controlli l’assessora dice: «Non dobbiamo entrare in allarme ma dobbiamo prepararci a più scenari e la possibilità di un’Europa dove si cominciano a fare più controlli non è irrealistica». Una situazione che resta preoccupante anche per il futuro: «Non possiamo dire che quest’anno non verrà più nessuno, noi restiamo un nodo di transito».

Anche l’assessore Christian Tommasini si è detto preoccupato dall’iniziativa austriaca: «Il nostro è un territorio di collegamento e non una patria chiusa, una eventuale chiusura ci vedrebbe in sofferenza. Aspettiamo di capire i dettagli di questo provvedimento, comunque ne parleremo senz’altro martedì in giunta».

Pronti ad affrontare l’emergenza si dicono anche dall’associazione Volontarius, Andrea Tremolada responsabile dell’accoglienza, parla di un centro in grado di accogliere al Brennero 70 persone attualmente disponibile e vuoto:«È una struttura di emergenza dove le persone vengono accolte solo per un giorno. Il compito primario è quello di offrire assistenza umanitaria ma aiuta anche i profughi a decidere cosa fare: presentare richiesta di asilo oppure provare a proseguire o tornare indietro».

Secondo il coordinatore di Volontarius, “non è automatico comunque che a una chiusura di Schengen corrisponda un flusso maggiore, l’eventualità si era verificata già la scorsa estate per il G8 ed è stata affrontata bene”.













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