Schuler: «Adesso aumenta il rischio di smottamenti» 

L’assessore: «Abbiamo fronteggiato l’emergenza, ora serve un piano d’intervento Ce la faremo, ma ci vorranno cento anni perché le foreste tornino come prima»   



BOLZANO. «Abbiamo fronteggiato l’emergenza, liberando le strade da centinaia di alberi caduti oltre che da fango, sassi e detriti. Sono state 48 ore pesantissime per il nostro territorio, in cui la pioggia ma soprattutto il vento hanno devastato il paesaggio. Adesso ci aspetta la parte più difficile». Così l’assessore Arnold Schuler che, ieri pomeriggio, a Longiarù ha partecipato ai funerali di Giovanni Costa, il vigile del fuoco volontario di 52 anni, morto tra lunedì e martedì, colpito da un albero mentre era in servizio.

Superata l’emergenza, adesso come avete intenzione di muovervi?

«Dobbiamo metterci attorno ad un tavolo, assieme ai tecnici, ed elaborare una mappa dei danni. Quindi bisognerà fare un elenco delle priorità. La situazione purtroppo è molto complicata. Il lavoro che ci aspetta è enorme ma ce la faremo».

Cosa la preoccupa di più?

«I boschi hanno un valore economico, ma hanno soprattutto un valore per quanto riguarda l’ecosistema. In Alto Adige il 60% dei boschi ha una funzione di protezione, in quanto le radici sono il miglior antidoto contro le frane e il dissesto del territorio. Migliaia di piante abbattute aumentano in maniera esponenziale il rischio smottamenti».

Gli alberi a terra adesso vanno rimossi.

«Lo ripeto, dobbiamo fare un piano d’intervento, perché le piante a terra rischiano di essere attaccate dagli insetti che mangiano il legno marcio e poi possono proliferare, infestando anche gli alberi sani nelle vicinanze».

Quanti anni ci vorranno perché i boschi dell’Alto Adige tornino come erano prima della devastazione?

«Almeno 100 anni. Il problema è che le strade e i ponti danneggiati si riparano rapidamente. Gli alberi invece hanno bisogno di decenni».













Altre notizie

Attualità