LA PROTESTA

Sciopero dei vigilantes, bancomat in panne 

L'1 e il 2 agosto. L’astensione dal lavoro dei portavalori potrebbe portare a difficoltà nel prelievo di contanti Problemi potrebbero presentarsi anche negli edifici vigilati da guardie giurate: Ipes, Assb, Asl, Agenzia delle Entrate


Davide Pasquali


BOLZANO. «A causa dello sciopero nazionale del trasporto valori proclamato per le giornate dell’1 e del 2 agosto, il prelievo di contanti alle casse veloci automatiche e in filiale potrebbe non essere disponibile». È il messaggio che molti altoatesini hanno ricevuto negli ultimi giorni dai loro istituti bancari. Stiamo parlando dello sciopero della vigilanza che, in tutta Italia, è altamente probabile possa causare problemi non solo per il ritiro di contanti ai bancomat e agli sportelli, ma pure ai supermercati per il ritiro del contante al momento della chiusura, per non parlare dei molti enti pubblici che si servono di guardie giurate, dalle filiali bancarie al classico tribunale all’ospedale fino ai recenti sportelli Assb, Ipes, Agenzia delle Entrate, ai bus Sasa, dove l’aggressività degli utenti ha di fatto imposto ai vari dirigenti aziendali di prendere in servizio delle guardie giurate.

Lo sciopero è stato deciso a livello nazionale e, come sottolinea Maurizio Surian , coordinatore regionale Filcams, in provincia di Bolzano interesserà oltre cento persone, anche se è difficile quantificare, anche perché molte società di vigilanza sono su livello regionale o extraregionale.

Le categorie del commercio di Cgil, Cisl e Uil, precisa Surian, hanno proclamato due giornate di sciopero nazionale, giovedì primo e venerdì 2 agosto, dei lavoratori che operano nelle imprese della vigilanza privata e dei servizi fiduciari. «Anche in Alto Adige, a causa dell'astensione dal lavoro dei portavalori, ci potrebbero quindi essere problemi per l'approvvigionamento di contanti alle banche e per i prelievi ai bancomat».

La mobilitazione ha come obiettivo la conclusione del rinnovo del contratto nazionale scaduto da oltre tre anni e che interessa circa 70 mila lavoratori.

Il lungo negoziato in corso non ha ancora sciolto i nodi relativi a: incremento salariale, cambio di appalto, bilateralità, contrattazione di secondo livello, classificazione del personale, trattamento economico di malattia e salute e sicurezza. Su questi temi le categorie hanno presentato una concreta proposta di riforma.

Negli ultimi incontri si sono poi registrate ulteriori distanze sul tema dell’orario di lavoro. Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno infatti respinto le proposte datoriali, volte alla definizione di un sistema di orario flessibile e privo di regole. Le categorie sono disponibili a trattare e a individuare la flessibilità contrattata per i servizi di sicurezza, purché non superi i limiti settimanali dell’orario di lavoro.













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