Bolzano

Scuola Arendt, dalla falda danni per 450 mila euro 

Ancora inagibili 2 dei 4 piani interrati. Si erano allagati a più riprese lo scorso inverno. L’assessore Bessone: «L’acqua si è alzata, la falda si comporta in maniera troppo altalenante»


Davide Pasquali


BOLZANO. L’istituto provinciale per le professioni sociali Hannah Arendt, in centro storico, doveva essere una scuola ipogea, ma ci si è messa di mezzo la falda, rendendo di fatto inutilizzabili due dei quattro piani interrati, mettendo in crisi il funzionamento tecnico dell’edificio e facendo lievitare a dismisura le sue spese di gestione. È il succo della risposta dell’assessore Bessone ad una interrogazione dei consiglieri provinciali Verdi Foppa, Staffler e Dello Sbarba, il quale commenta: «Questa risposta mi pare interessante, alla luce di quello che è successo in altre situazioni tipo cantiere Benko. La scuola è conclusa, anche qui c’era la prescrizione di stare un metro sopra falda (come nel caso Benko), la parte interrata era stata impermeabilizzata (era nata come scuola ipogea) e nonostante tutto questo la scuola è stata allagata per ben due piani. Continuo a pensare che occorrano prescrizioni più rigorose, basate sul principio di precauzione di fronte a un evidente cambiamento dell’andamento della falda rispetto a quanto osservato finora».

La scuola, si legge nella risposta dell’assessore, continua a non poter utilizzare alcune aule e laboratori, in quanto le infiltrazioni d'acqua sono sì cessate, «ma al momento non possiamo prevedere l’andamento della falda». Le opere che si stanno realizzando hanno lo scopo di restituire alla scuola quanti più spazi interrati possibili, «anche in funzione dell'andamento altalenante della falda». L’allagamento è iniziato nell’inverno 2020/21, interessando dapprima il piano -4 ed estendendosi successivamente al piano -3. «La persistente presenza di acqua di falda e l’interferenza con gli impianti elettrici in tensione ci ha costretto, in via cautelativa, a precludere l'accesso ai piani interrati della scuola».

L'acqua è confluita all'interno dei locali del piano -4 e -3 per due distinti periodi. Sono state realizzate diverse stazioni di pompaggio per cercare di tenere sotto controllo l'innalzamento del livello dell'acqua di falda. La situazione, però, «purtroppo non ha la ciclicità attesa e, quindi, ogni intervento di ripristino o risanamento può essere continuamente ostacolato dalla presenza dell'acqua di falda». Le rotture più rilevanti sono quelle delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, quali la centrale di ventilazione, i quadri elettrici dei piani, l'infrastruttura della rete dati, nonché qualche rivestimento in cartongesso. Gli interventi messi in atto sono stati quelli indispensabili per rendere nuovamente fruibili i locali al -1 e -2, riattivando le infrastrutture (riscaldamento/ventilazione e impianto elettrico). I locali al -4 e -3 sono «attualmente inutilizzati per gli interventi di risanamento definitivo e per un’analisi da parte degli esperti sulle possibili cause del problema». Gli ambienti al -1 e -2 sono già disponibili, «per gli altri locali non possiamo ancora definire una data certa».

Non è nemmeno possibile fare una stima definitiva dei costi, «in quanto il problema non è ancora del tutto risolto». Fino ad oggi, i costi sostenuti per la messa in sicurezza, lo smontaggio degli impianti, l’installazione di ulteriori sistemi di pompaggio dell’acqua e di tutte le attività connesse alla gestione dell’emergenza per la salvaguardia del patrimonio ammontano a circa 178.000 euro. I costi sostenuti per il parziale ripristino degli impianti nonché la realizzazione di impianti provvisori (ventilazione ed alimentazione elettrica) per garantire l'utilizzo dei piani -1 e -2 ammontano a circa 200.000 euro. «La Scuola ci ha inoltre comunicato che ha dovuto sostenere circa 70.000 euro per traslochi ed affitti».

Nel 2012, in sede di costruzione della scuola ipogea, lo scavo era stato impostato ad un metro sopra il livello massimo della falda, mentre le strutture fondazionali e contro terra erano state impermeabilizzate.

«Le infiltrazioni - conclude l’assessore Bessone - sono ora dovute ad un innalzamento del livello della falda. Sono comunque in corso valutazioni da parte degli esperti. Attualmente degli esperti stanno valutando quali tipologie di interventi strutturali dovranno essere adottati, al fine di garantire la necessaria resistenza della struttura all’acqua».













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