L'ordinanza

Scuole e nidi si organizzano in vista delle sospensioni 

Preoccupazione per le ripercussioni su lezioni e servizi prima infanzia dell’obbligo vaccinale dal 15 dicembre. Si cercano supplenti e si chiederà di fare straordinari


Antonella Mattioli


BOLZANO. A poche ore dall’entrata in vigore - mercoledì 15 dicembre - dell’ordinanza che prevede l’obbligo di vaccinazione per tutto il personale scolastico e per coloro che lavorano nei servizi per la prima infanzia, cresce la preoccupazione per quelle che saranno le possibili ripercussioni sulla scuola oltre che asili nido, microstrutture, Tagesmutter. Certezze sui numeri non ce ne sono, perché la privacy vieta di chiedere ad un dipendente se è vaccinato. Lo si potrà fare solo dal 15 dicembre.

Ma in attesa di avere un quadro completo si prova ad ipotizzare quelli che saranno i possibili scenari che verranno a creare in particolare a gennaio, dopo il rientro dalle vacanze di Natale. Il 15 dicembre infatti i dirigenti dovranno chiedere a tutto il personale il certificato vaccinale; chi non lo ha, avrà cinque giorni di tempo per esibire l’esonero o l’appuntamento per la vaccinazione. La procedura si chiude al massimo in una ventina di giorni: o si ha il certificato vaccinale o scatta la sospensione. Per evitarla c’è chi pensa di ricorrere ai permessi al 30% dello stipendio, previsti per assistere i figli, che in genere vengono sempre concessi o all’aspettativa non retribuita, concessa però è a discrezione del dirigente.

Quella che più preoccupa è la situazione nelle scuole di lingua tedesca. «Su un corpo docente di 10 mila insegnanti - ipotizza Petra Nock, rappresentante della scuola per la Asgb - potremmo avere 500-600 forse 700 non immunizzati. Nella scuola ladina su 300 docenti, i non vaccinati non dovrebbero essere più di 25».

Sigrun Falkensteiner, intendente scolastica tedesca, spera che alla fine i numeri dei sospesi siano inferiori: «So che i dirigenti stanno avendo dei colloqui per capire su quanti docenti potranno contare a partire dal 15 dicembre. Forse qualcuno ci sta ripensando difronte alla prospettiva di una sospensione».

Nella scuola italiana gli insegnanti sono 4 mila: si ipotizza che i no vax possano essere meno del 10%. «I numeri - prevede Marco Fontana, presidente dell'Associazione presidi - non saranno elevati, almeno questo è quello che spero; ciononostante qualche difficoltà la creeranno sicuramente». In attesa di avere i numeri precisi le scuole cercano di organizzarsi, puntando sui supplenti e chiedendo a chi resta in servizio di fare ore straordinarie.

«Non è chiaro - ammette l’intendente Falkensteiner - se potremo richiamare in servizio i pensionati. L’attuale normativa non lo consente. Bisognerebbe fare una legge, ma questo comporterebbe un allungamento dei tempi. Quindi si dovrà attingere dalle graduatorie dei supplenti e si ricorrerà agli straordinari». Fontana però non nasconde che - almeno per quanto riguarda la scuola italiana - potrebbero esserci problemi anche a trovare supplenti: «Le graduatorie sono già praticamente esaurite; dovremmo ricorrere alla piattaforma MADlene dalla quale si può attingere scegliendo tra coloro che si sono proposti inviando il curriculum».

Situazione di totale incertezza e quindi di forte preoccupazione anche tra coloro che gestiscono i servizi alla prima infanzia di cui hanno bisogno le famiglie, in particolare quelle dove i genitori lavorano. Si calcola che un 10% del personale non sia vaccinato.

«Aspettiamo il 15 dicembre - spiega Liliana Di Fede, direttrice di Assb che a Bolzano gestisce 10 nidi oltre alle convenzioni con tre coop che gestiscono 10 microstrutture - e intanto ci stiamo dando da fare per trovare personale in sostituzione di chi dovrà essere sospeso. Il problema è che lo stanno cercando in tutt’Italia e da noi c’è il costo della vita e la difficoltà a trovare un alloggio a complicare tutto».













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