Silenzio in piazza Università per le vittime

L’ateneo ha organizzato un minuto di raccoglimento, solidarietà anche dall’associazione ucraina



BOLZANO. Sono scesi tutti insieme, composti e uniti nel raccoglimento. Per sessanta secondi non sono esistiti più esami, cattedre e appelli: solo la voglia di stringersi tutti insieme a ricordare e riflettere su quanto accaduto a Parigi.

E' stato particolarmente significativo il minuto di silenzio organizzato ieri a mezzogiorno dall'università di Bolzano per le vittime degli attentati in Francia.

Una piccola iniziativa di grande valenza che ha coinvolto decine tra professori e ragazzi, ma anche diversi cittadini che in quel momento passavano per via Sernesi e hanno voluto fermarsi. Naturalmente il minuto è stato introdotto da un messaggio in inglese, senza distinzioni di lingua né di cultura. Anche il mondo accademico, dunque, ha voluto dare un segnale forte di vicinanza.

Da un punto di vista pratico, invece, la Libera Università di Bolzano si è subito attivata per capire se e quanti studenti ci fossero a Parigi in questo momento.

L'ateneo altoatesino, infatti, ha in atto una collaborazione con gli omologhi francesi all'interno di vari progetti tra cui, naturalmente l'Erasmus è il più noto.

Al momento, però, nessuno studente “bolzanino” risulta studiare nella capitale francese. A gennaio, invece, dovrebbe partire una ragazza, ma non ci sono indicazioni contrarie al progetto. Non sono arrivate, infatti, particolari indicazioni dai ministeri competenti per bloccare i percorsi di studio parigini per i ragazzi italiani in partenza. La giovane, dunque, partirà senza problemi, sempre se lo vorrà.

Intanto anche la comunità ucraina degli altoatesini ha voluto unirsi al cordoglio per le vittime del terrorismo islamico. Lyubov Starovska, presidente dell'associazione “Soniashnyck” che racchiude 94 cittadini ucraini del territorio, ha voluto esprimere la sua piena solidarietà al popolo francese e ai parenti delle vittime. «Tutti gli iscritti, naturalmente, sono rimasti molto colpiti dalle notizie che arrivavano dalla Francia. Un’esplosione di violenza gratuita e ingiustificabile. Anche il nostro Paese, l’Ucraina, sta vivendo un momento politico e sociale molto difficile. Normale, quindi, che tutto questo ci segni profondamente». (a.c.)

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