Spese riservate «opache» per la Corte dei Conti

Contestate le uscite nei primi tre mesi del 2013 prima dell’abolizione del Fondo Nel mirino diecimila euro che non sarebbero sufficientemente documentati



BOLZANO. Le spese riservate del presidente provinciale finiscono di nuovo nel mirino della Corte dei Conti. Si tratta delle spese sostenute da Durnwalder nei primi mesi del 2013, prima dell’abolizione del fondo nel marzo di quell’anno. Il capitolo delle spese riservate e quello relativo a «competitività regionale e occupazione» hanno provocato la parziale mancata parificazione del Rendiconto generale della Provincia di Bolzano per l’esercizio finanziario 2013 da parte delle Sezioni riunite della Corte dei conti per la Regione Trentino-Alto Adige. L’analisi della Corte dei conti per il giudizio di parificazione si è basata sulla deliberazione della giunta provinciale del 27 maggio 2014, con la quale è stato approvato il Rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2013, tenuto conto delle precisazioni finali dell’amministrazione provinciale del 16 giugno 2014. Come si ricorderà, è ancora aperto il processo a carico di Luis Durnwalder e quattro funzionari sulla gestione del fondo riservato nel periodo 1995-ottobre2012. Questa la giustificazione finale della Corte dei Conti sulla mancata parificazione sul capitolo delle spese riservate del presidente nel 2013: «La mancata attuazione delle ordinarie procedure contabili normativamente previste, unitamente alla mancata trasmissione alla Sezione di controllo di Bolzano della specifica documentazione giustificativa richiesta, non consentono alla Corte dei conti di esprimersi». Le spese riservate dell’allora presidente Luis Durnwalder per il periodo gennaio-marzo 2013 risultano erogate, scrivono i magistrati contabili, con un unico atto di liquidazione per 10 mila euro, di cui è stato restituito un importo pari a 4.241,18 euro: «Si deve ragionevolmente presumere che la liquidazione delle spese in questione sia stata disposta sulla base della sola richiesta del presidente della Provincia all’ufficio Bilancio, senza alcun atto preventivo di impegno fondato su una idonea documentazione giustificativa di spesa, con una procedura analoga a quella seguita nell’esercizio precedente». Nel bilancio di previsione 2013 il fondo per le spese riservate del presidente della Provincia ammontava a 70 mila euro, di cui sono stati spesi solo 10 mila euro. Il fondo degli assessori era di 55 mila euro, effettivamente spesi. A questo capitolo si devono aggiungere le spese per attività di rappresentanza e relazioni istituzionali delle giunta, pari a 119.415 euro. Gli impegni per spese per l’organizzazione di convegni, ricevimenti, altre manifestazioni pubbliche e del cerimoniale dell’amministrazione sono stati pari a 148.551,61 euro (nel 2012 erano 239.528 euro). Nella medesima relazione della Corte dei Conti, come riferito nelle scorse settimane, c’è una lunga analisi dello scandalo dei Fondi Fse, con le irregolarità che hanno spinto la Commissione europea a bloccare i progetti. Tra le altre segnalazioni, un incremento della morosità negli appartamenti Ipes di 102 mila euro rispetto al 2012. E poi ci sono chicche come i rilievi su alcune spese della cultura ladina: un torneo internazionale di scacchi. La Corte: «Pare che la competizione scacchistica non rientri esattamente nella finalità educativa perseguita dalla norma di riferimento». Riportato anche un saggio sullo stambecco in lingua ladina: «Anche in tal caso sembra dubbia, quantomeno con riguardo ai costi di traduzione, l’attinenza alle finalità della normativa di riferimento». (fr.g.)

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