economia

Start-up trevigiana migra in Alto Adige

La Hbi srl - pluripremiata - ha scelto il parco tecnologico. Stofner: «Qui avranno tutto ciò che cercano»



BOLZANO. Una volta, cento anni fa, dal Veneto in tanti emigravano "nelle Americhe". Oggi da Treviso si emigra a Bolzano. E accade ai migliori. Come ad una startup che si chiama "Hbi srl", tanto innovativa che in meno di 12 mesi ha ottenuto riconoscimenti in tutto il mondo. «E arriverà qui da noi, al "Noi" appunto - dice Ulrich Stofner, uno degli artefici del Polo tecnologico - perché abbiamo offerto a questa azienda spazi per lavorare e tutto il supporto tecnico di cui ha bisogno».

Ecco, dunque, come il "Techpark", altro acronimo dei tanti che ormai definiscono quella grande opera che sta sorgendo nel quadrante postindustriale tra via Volta e via Brida, sta definendo il suo ruolo: chi cerca l'aiuto dei ricercatori per innovare i suoi prodotti troverà in Zona, da ottobre, le tecnologie dell'Università di Bolzano, dell'Eurac, di Laimburg, di CasaClima e di altri istituti di ricerca; chi invece, già ricercatore e innovatore, cerca l'ambiente per svilupparsi ancora, avrà il conforto del confronto con intelligenze altrettanto di frontiera.

Questa startup trevigiana, ad esempio, ha trovato il modo di trasformare lo scarto biodegradabile (come il rifiuto umido) in energia in sole 5 ore di lavorazione con impianto scalabile. Un progetto unico sul mercato mondiale, frutto di anni di studio da parte di ingegneri (come Daniele Basso) e imprenditori (Renato Pavanetto della Carretta srl) che ha ottenuto lo scorso anno il premio Unicredi Startlab a Milano, il premio speciale Marzotto a Roma e, un mese fa, il primo premio in Cina, a Pechino, nella competizione ChinItaly. Inoltre, con la sua collaboratrice Sara Sbroggiò, ha vinto il premio Startup trevigiana dell'anno 2017. Al "Noi" la Hbi" si trasferirà perché sarà in via Volta che potrà implementare le sue ricerche e i suoi prodotti nei nuovi laboratori del Parco. (p.ca.)













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