Stranieri, in Alto Adige arriva il test linguistico

Per il permesso di soggiorno si dovrà imparare l'italiano o il tedesco entro 3 anni


Maurizio Dallago


BOLZANO. L'obbligo di imparare l'italiano o il tedesco entro tre anni per ottenere il permesso di soggiorno. Regole più severe per il ricongiungimento familiare, permesso soltanto se l'arrivo in Italia dei parenti non comporta il sovraffollamento dell'alloggio, né una riduzione del reddito al di sotto del minimo vtale. E poi ancora valutazione delle competenze linguistiche per gli stranieri che frequentano le scuole pubbliche, in modo che se non sono sufficienti, debbano frequentare un corso di lingua. Chi rinuncia a misure per favorire l'integrazione - come previste dalla Provincia - rischia di perdere il diritto agli aiuti sociali. Non quelli nazionali, ma ad esempio le maggiorazioni al reddito minimo garantite dalla Provincia. La nuova legge sull'immigrazione è al vaglio di Palazzo Widmann. L'assessore competente, Roberto Bizzo, ha già presentato una bozza della legge ai suoi colleghi di giunta e il ddl verrà approvato entro la fine dell'anno. Una disciplina in «salsa altoatesina» che si intreccia con le normative statali in via di definizione. Qui Palazzo Widmann chiede che il tedesco sia equiparato all'italiano, come lingua che si deve conoscere in alternativa a quella di Dante. «Non serve una legge di principio, ma di gestione del fenomeno sul territorio», si affretta a specificare il presidente della Consulta immigrati del capoluogo, Artan Mullaymeri. La fotografia dell'esistente parla di 40 mila stranieri presenti in Alto Adige, pari al 7,8% della popolazione. A questi sono da aggiungere i circa 700 che in media di anno in anno sono diventati cittadini italiani a tutto tondo in provincia di Bolzano, o perché nati in Italia e diventati italiani al compimento del 18º anno d'età, oppure dopo regolare domanda passati i 10 anni di residenza.
Due le linee-guida delle «misure per l'integrazione degli stranieri». «La prima è il principio generale del "promuovere ed esigere" rispetto ai diritti e doveri di ogni cittadino: crediamo sia giusto che la nostra provincia sia aperta e disponibile ad accogliere tutti coloro che vogliono trovare nuove e migliori opportunità di vita», sottolinea Bizzo. «Tuttavia è importante per una vera integrazione che ci sia da parte dei nuovi arrivati l'impegno e la volontà di conoscere la terra che li ospita, la lingua, le usanze e le norme di vita che la caratterizzano», ancora l'assessore provinciale. La seconda riguarda la conoscenza linguistica di una delle due principali lingue di questa provincia. «L'italiano o il tedesco, nel caso il governo ci dia il via libera», specifica Roberto Bizzo, «perché la lingua è il primo e principale strumento di integrazione con la popolazione del Paese ospitante». Naturalmente i corsi linguistici saranno a carico dell'ente pubblico. Secondo Mullaymeri però «la conoscenza linguistica non può essere un vincolo fondamentale, meglio legarsi alle regole del territorio in cui si vive». «Se a Bolzano si vogliono applicare soltanto le normative nazionali siamo di fronte a pura demagogia, mi auguro che in Alto Adige si faccia un passo concreto in un'altra direzione», chiude il presidente della Consulta immigrati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità