Studentessa del Carducci salva settantenne che sta affogando 

Sul Mar Ionio. Arianna Sammarco, 16 anni, bolzanina e agonista di nuoto, si è subito gettata in acqua quando ha visto il turista annaspare a largo. «È stato difficile tenerlo mentre si agitava, ringrazio i miei istruttori della Bolzano Nuoto»


FILIPPO ROSACE


Bolzanoa. Torre Ariannacene e giovani eroine. Lo scenario è quello incantevole di San Pietro in Bevagna, tratto jonico della costa salentina, ombreggiato dalla Torre delle Saline, Torre Borraco e Torre Colimena. Tre avamposti millenari, eretti per avvistare i possibili arrembaggi delle navi Ariannacene. In quel tratto di mare della Manduria, da martedì scorso alle torri cinquecentesche si è aggiunta, idealmente, quella di Arianna Sammarco, giovane eroina bolzanina che si è resa protagonista di un gesto di solidarietà che ha contribuito a salvare la vita di un turista. La scena che si è improvvisamente materializzata davanti agli occhi dei bagnanti del lido “Bar Firenze”, si è rivelata immediatamente drammatica: a circa centocinquanta metri dalla riva un turista settantenne invoca aiuto, nel tentativo disperato di far affiorare il capo in quello specchio di mare calmo ma egualmente insidioso.

«Mi trovavo sul pedalò insieme a degli amici, con i quali stavamo facendo dei tuffi – è il racconto della sedicenne Arianna Sammarco – quando, improvvisamente, abbiamo cominciato a sentire delle invocazioni di aiuto, provenienti sia dalla spiaggia ed anche da un bagnante che ho pensato chiedesse soccorso per il suo materassino che stava prendendo il largo. Lì per lì ho pensato che quello fosse il problema, invece quando mi sono accorta che dalla riva indicavano sia il bagnino che si era tuffato, ed anche la persona che, ormai stremata dalle forze, stava per annegare ho realizzato il dramma. Non ci ho pensato un attimo di più e mi sono tuffata cercando di nuotare in fretta per coprire quel centinaio di metri di distanza che mi separavano da quel signore. Paura? No… non avevo paura per quello che stavo facendo, piuttosto il timore era quello che una volta raggiunta la persona in difficoltà, la stessa, in preda al panico, si sarebbe aggrappata a me creandomi così qualche problema ulteriore. Sono riuscita a raggiungerlo agganciando il bagnante con un braccio, mentre con l’altro ero riuscita a stringere tra le dita un lembo di quel materassino. Dopo circa due minuti siamo stati raggiunti dal genero del turista ed anche dal bagnino, con i quali siamo riusciti a far risalire il turista sul materassino e condurlo sano e salvo in spiaggia». Arianna snocciola il racconto con la naturalezza e l’empatia adolescenziale di chi sa di aver contribuito ad un gesto di solidarietà, che, a mente fredda, le conferisce anche l’aurea dell’eroina.

«Non mi sento un’eroina – afferma l – diciamo che mi sento fiera di aver evitato guai seri ad una persona che, in quel momento, si trovava in grande difficoltà. Eppoi per me, che frequento quotidianamente la piscina per via dei miei interessi agonistici, è stato in un certo senso anche più facile dare un contributo in mezzo ad un mare calmo ma che non bisogna mai sfidare. Ho raggiunto il turista in breve tempo, confidando anche nelle quindici bracciate che in allenamento mi consentono di percorrere i cinquanta metri di vasca».

Arianna Sammarco, che a Bolzano frequenta il terzo anno del Liceo Linguistico Carducci, ha accarezzato la distanza in cui si era materializzato quel dramma salentino in perfetto stile libero, ma la specialità natatoria è quella del dorso.

«Sì, infatti, pratico il nuoto a livello agonistico da cinque anni. Ho iniziato in piscina con la Bolzano Nuoto, mentre da quest’anno gareggerò per il SSV Bozen. Mi sento di ringraziare i miei istruttori, perché senza i loro insegnamenti non sarei riuscita a compiere un simile gesto, penso a Christian Mattivi, Daniel Zenorini, Andrea Emeri e Ariannah Bielak. Avevo iniziato con il nuoto sincronizzato ma per motivi logistici ho dovuto smettere. Ho cominciato a frequentare altri sport, ma ho visto che il nuoto è la mia passione ed alla fine sono tornata in piscina».

Palestra di allenamento e di vita in cui, dall’inizio della prossima stagione, Arianna Sammarco esibirà una simbolica ma preziosa medaglia, vinta salvando la vita di un uomo.

«Beh, non esageriamo…francamente non pensavo di avere fatto chissà che cosa. È stata per me la prima volta in cui ho dovuto affrontare una situazione simile e l’esser riuscita a contribuire al salvataggio di quel turista mi ha reso molto felice. Ho salvato una vita umana e questo mi basta. L’unica cosa che mi dispiace è quella di non esser più riuscita a rivedere quel signore. Era molto spaventato ed una volta in spiaggia non ci siamo più rivisti. Ho ricevuto i ringraziamenti del genero e dei suoi amici ma lui non l’ho più visto. Un consiglio in casi del genere. Partiamo col dire che il mare non va mai sfidato, se ci si trova in una situazione come quella in cui si è trovato quel turista, il primo consiglio è quello di non farsi prendere dallo spavento e si è stanchi bisogna cercare di mettersi a pancia in su, cercando di rimanere il più possibile in superficie. Il panico induce ad annaspare, facendoti bere tanta acqua il che facilita l’affondamento».

Nell’osservare le torri Ariannacene, il pensiero di Arianna Sammarco vola dal mare della Manduria all’acqua della piscina “Albert Pircher” di via Maso della Pieve, dove il prossimo novembre dovrebbe tenersi l’attesa competizione internazionale “Swimmeeting”. Piscina che vedrà ai blocchi di partenza anche Arianna Sammarco.

«Ci sarò – conclude la giovane bolzanina - spero veramente di poter fare carriera con il nuoto perché ci tengo veramente tanto e per questo ce la metterò tutta».

Lo stesso impegno e determinazione che Arianna ha lasciato “impresse” nelle acque joniche della Manduria.













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