Il caso

Superbonus 110%, a Bolzano molti condomini bloccati

L'incentivo del governo per il risanamento energetico rischia di restare una opportunità non sfruttabile per decine di condomini nel capoluogo e in tutto l'Alto Adige



BOLZANO. Il bonus del 110% per il risanamento energetico rischia di restare una opportunità non sfruttabile per decine di condomini in Alto Adige. Il problema viene sollevato dall’assessore comunale Stefano Fattor. «Sono a conoscenza di moltissime procedure bloccate, che potrebbero essere risolte con un semplice disegno di legge, come hanno deciso di fare nella Provincia di Trento», riferisce Fattor. Il problema riguarda i palazzi costruiti prima degli anni Ottanta.

Il progettista incaricato dal condominio deve preliminarmente certificare che lo stato di fatto coincida con lo stato di progetto a suo tempo approvato e accatastato, spiega Fattor, «ma gli edifici degli anni 60 e 70 (energeticamente i peggiori) sono tutti un po’ difformi, sia internamente che esternamente, perché costruiti quando non c’era l’obbligo di presentare la variante finale di progetto. Alcuni sostengono la teoria talebana per cui bisognerebbe sanare i singoli alloggi (1000 euro ad alloggio di “sanzione” più spese tecniche) oltre alle difformità della “scatola” condominiale (altre spese di sanzione e di progetto)».

Prosegue Fattor: «Se poi il condominio si trovasse in una zona urbanisticamente satura, una modestissima difformità di cubatura farebbe saltare in toto la possibilità di intervento. Ci sono in ballo cantieri per decine di milioni di euro fermi così e l’opportunità, unica nella storia, di poter risanare a spese dello Stato vetusti edifici privati a favore del risparmio energetico e dell’ambiente».

Questa la procedura ideata a Trento: «Prendiamo esempio dalla Provincia di Trento, che ha presentato il disegno di Legge n.85, che all’articolo 8 introduce il concetto di “tolleranze costruttive” (nella misura del 2%) affinché il tecnico incaricato possa attestare lo stato legittimo degli immobili, nonostante piccole difformità costruttive. L’articolo 7 del disegno di legge, sostenuto dal presidente Fugatti, dichiara che lo stato legittimo dell’immobile è quello stabilito dal titolo abilitativo che ne ha previsto la costruzione. Meno carta insomma e più cantieri, lavoro per tanti e risparmio energetico a favore di tutti».













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