Tangenti Ipes a Bolzano: indagato un altro funzionario

Gli impiegati dell'istituto sotto indagine salgono a 9. Imminenti le conclusioni della Procura


Mario Bertoldi


BOLZANO. L'inchiesta sui casi di presunta corruzione emersi nella gestione degli appalti di manutenzione degli alloggi Ipes ha un altro indagato. La Procura dell Repubblica si appresta a chiudere l'indagine ed è emerso che nell'elenco degli iscritti a registro in qualità di indagato c'è un altro funzionario dell'Istituto. I coinvolti dell'Ipes salgono così complessivamente a 9. Già lo scorso autunno gli inquirenti avevano dimostrato di puntare ai piani alti dell'Ipes con l'iscrizione dell'ingegner Gianfranco Minotti, direttore dell'ufficio tecnico centro sud dell'istituto. Si trattava a tutti gli effetti di un membro dell'organigramma dirigenziale dell'ente. L'iscrizione dell'ingegner Minotti aveva rafforzato l'ipotesi di un maggior coinvolgimento dell'ente nello scandalo. Per il momento, però, di ipotesi si tratta e si dovranno attendere le decisioni del procuratore capo Guido Rispoli e del sostituto Axel Bisignano che dovrebbero tirare le somme delle varie posizioni proprio entro la settimana che inizia oggi.

E' probabile che l'inchiesta abbia portato ad appurare se funzionari di medio livello come Stefano Grando e Peter Kritzinger (finiti in carcere alcuni mesi durante l'inchiesta) potessero sentirsi autorizzati di intraprendere determinate iniziative nella gestione degli appalti di manutenzione, senza che i loro diretti responsabili ne fossero al corrente. L'avviso di conclusione indagini che la Procura della Repubblica si appresta a notificare a quasi tutti gli indagati dovrà anche chiarire il livello di coinvolgimento di alcuni funzionari dell'ente la cui organizzazione interna, come noto, è stata oggetto di profonde critiche anche a livello politico. Per il momento il nome del nono indagato sul fronte Ipes non è stato reso noto ma è questione di ore. Ricordiamo che l'indagine portò in carcere i funzionari Peter Kritzinger (che non ha ancora chiesto di essere interrogato dai magistrati inquirenti) e Stefano Grando (che si è sempre difeso rivolgendo critiche all'organizzazione interna dell'ente). Finirono sul registro degli indagati, a piede libero, anche cinque impiegati che all'epoca subirono una sospensione cautelare dalle proprie mansioni professionali. Si trattò di Tiziana Andreotti, Brigitte Bagozzi, Valter Boldrin, Paolo Nascimbeni e Roberto Rebecchi.

Nel novembre scorso, come detto, finì nell'elenco degli indagati anche Gianfranco Minotti a cui in questi giorni si è aggiunto un altro indagato sul fronte dell'istituto. Entro questa settimana il quadro complessivo dovrebbe comunque essere chirito. Per la stragrande maggioranza degli indagati sarà depositato avviso di conclusione indagine, atto formale previsto solo in caso di intenzione della Procura di chiedere il rinvio a giudizio. Ovvio dunque che per la maggioranza degli indagati il procuratore ritenga di dover chiedere il processo con ipotesi accusatorie già formulate in relazione soprattutto alla presunta corruzione. Non mancherà, però, anche qualche richiesta di non luogo a procedere con relativa archiviazione. Alcuni degli artigiani coinvolti (la posizione processuale più delicata è quella di Mirco Moser) potrebbero decidere di chiedere il patteggiamento.

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