Toponimi e «italiani», show da Giletti

All’Arena su Rai1 un «frullato» di Alto Adige con Urzì, Biancofiore e Kollmann, che dice «lasciateci andare via»



BOLZANO. Un Mussolini d’oro, una lupa e un leone di legno scheggiato, un assortimento di cartelli e toponimi, persone che parlano lingue diverse e nemmeno provano a capirsi. È questo il frullato di Alto Adige, anzi Südtirol con la “u” molto stretta, mandato in onda ieri su Rai1 nella trasmissione «L’Arena» condotta da Massimo Giletti.

Si sono incrociati Cristian Kollmann (Stf), Michaela Biancofiore (Forza Italia) e Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore), destra tedesca contro centrodestra italiano, come se il dibattito sulla toponomastica e il gruppo italiano non fosse trasversale. Pochi minuti di confronto dei tre politici locali con la giornalista Myrta Merlino, i senatori Stefano Esposito (Pd) e Barbara Lezzi (M5S), con le tempeste altoatesine che agli occhi degli “altri” risultano incomprensibili. Merlino: «Litigate perché restaurano i monumenti. Magari a Napoli avessimo questo problema». Lezzi: «Al sud non ci sono nemmeno i soldi per i treni e voi...». Si parte con il video di Kollmann, Eva Klotz ed Ellecosta in municipio con il Mussolini d’oro a Caramaschi, reo del restauro delle due statue sul Talvera. Giletti sorride: «Al sindaco tutto si può dire, tranne che sia fascista, è del Pd». Kollmann reagisce, «ma contribuisce a positivizzare la memoria fascista». Caramaschi, la cui partecipazione era stata annunciata ed è sfumata, chiede dalla montagna: «Si è capito che ero arrabbiato nero?».

Comunque Kollmann ribadisce «quei monumenti sono il simbolo di una dominazione straniera». Myrta Merlino gli chiede: «Bruciamo anche l’Eur?». Urzì si aggancia: «Ma sì, radiamo al suolo tutto. Il problema è che Kollmann confonde il fascismo con l’italianità e ingaggia una battaglia grottesca contro il 25 per cento della popolazione». Kollmann ribalta l’argomento: «In Südtirol si confonde l’italianità con il fascismo». Giletti azzarda: «Vi dà fastidio il ricordo della sconfitta?». E si arriva ai «soldi». Viene mandato in onda uno spezzone della vecchia intervista con Eva Klotz sui vitalizi, con l’appello «lasciateci fare il referendum, lasciateci andare». Myrta Merlino approva: «Li si riempie di denaro e sono scontenti. Sì, lasciamoli andare». Biancofiore, che si lascia sfuggire «sono l’unico deputato che conosce la situazione in Alto Adige», spiega «non sputano sui soldi, ma sui simboli italiani». Kollmann esagera: «Ha ragione Eva, lasciateci andare. Tutti in Alto Adige difendono il fascismo». Quanto alla toponomastica, Kollmann concede «Bolzano e i toponimi documentati nella storia, ma restano in vigore 8000 nomi inventati». Giletti riassume per i telespettatori, «ci sono due cose che non tornano in Trentino Alto Adige, dicono “no” ai cartelli italiani e “no” al restauro di due monumenti». Esposito azzarda: «A forza di parlare di fascismo hanno acquisito alcuni aspetti deleteri». Pubblicità, intervista a Rita Pavone. (fr.g.)

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