ALTO ADIGE

Toponomastica bilingueIllegali tre cartelli su quattro

Conclusa la verifica della Procura di Bolzano sulle indicazioni dell'Alpenverein


Mario Bertoldi


BOLZANO. Il 75 per cento dei cartelli installati dall’Alpenverein lungo i sentieri di montagna in Alto Adige non rispettano le disposizioni statutarie in materia di toponomastica e bilinguismo. E’ il primo risultato ufficiale del paziente lavoro di verifica affidato dalla Procura della Repubblica ai Carabinieri e alla Forestale che proprio lo scorso fine settimana hanno consegnato un dettagliato rapporto al procuratore Guido Rispoli. Si tratta, è bene precisarlo, di un risultato che fa riferimento ai toponimi o microtoponimi italiani dotati di presupposto giuridico e, di conseguenza, del requisito di «ufficialità». Questo non significa che il restante 25 per cento della cartellonistica controllata sia bilingue. Significa in realtà che non risulta realizzata in violazione delle norme sul bilinguismo o perchè la denominazione di una località nelle due lingue è stata correttamente rispettata o perchè non è stato riscontrato un presupposto giuridico di «ufficialità» per l’eventuale microtoponimo italiano eliminato. In effetti l’indagine avviata dalla magistratura è stata basata su una valutazione della cartellonistica dei sentieri di montagna su presupposti esclusivamente giuridici. Proprio per questo ad inizio inchiesta la Procura diede disposizione agli agenti della Digos di acquisire a Firenze tutta la documentazione in possesso dell’istituto geografico militare, con l’obbiettivo dichiarato del magistrato di verificare, in primo luogo, l’esistenza di una toponomastica e di una microtoponomastica ufficiale italiane in Alto Adige.
 Un iter giudiziario lungo e complesso basato sul fondamento giuridico dell’ufficialità della toponomastica italiana di montagna. Solo successivamente, cartine alla mano, sono stati effettuati gli accertamenti su tutti i sentieri mobilitando carabinieri e agenti della forestale. Ora, come detto, è stato fornito il primo dato certo importante di questa inchiesta. Il 75 per cento dei cartelli ha subìto una cancellazione arbitraria del toponimo ufficiale in lingua italiana. A questo punto come procederà la Procura?
 E’ probabile che il procuratore inizi a verificare la posizione e le responsabilità dell’amministrazione provinciale e dell’Alpenverein. Si inquadra in questa ottica, in effetti, anche la decisione del procuratore (ancora ad inizio inchiesta) di acquisire agli atti dell’indagine tutta la documentazione relativa al «Progetto sentieri Alto Adige». Si tratta di un progetto, sviluppato nell’ambito del programma Obiettivo 2 e finanziato dalla Provincia autonoma, dallo Stato e dall’Unione europea. Ovviamente la magistratura intenderà verificare come siano stati spesi i quattrini a disposizione, soprattutto in relazione alla realizzazione dei nuovi cartelli solo in lingua tedesca













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