Toponomastica in Alto AdigeIl Pdl: "Il governo cambierà i cartelli"

Michaela Biancofiore (Pdl), che rivendica di avere caldeggiato l’intervento di Fitto, ricorda che l’attenzione del governo potrebbe sfociare in una azione di forza. Così la deputata: «Il ministro Fitto lascia capire che non accetterà altre perdite di tempo o irrisioni da parte della Provincia»



BOLZANO. L’ultimatum del ministro Raffaele Fitto alla Provincia per avere entro fine mese una soluzione sui cartelli in montagna provoca il compattamento della Svp. Su questi temi nella Stella Alpina si attenuano le differenze tra correnti e dalla giunta ai parlamentari la risposta è «nessun ultimatum, puntiamo a un accordo di buon senso tra Cai e Avs».
Ma Michaela Biancofiore (Pdl), che rivendica di avere caldeggiato l’intervento di Fitto, ricorda che l’attenzione del governo potrebbe sfociare in una azione di forza. Così la deputata: «Il ministro Fitto lascia capire che non accetterà altre perdite di tempo o irrisioni da parte della Provincia». La soluzione allo studio, spiega, è quell’esercizio di poteri sostitutivi da parte del governo, rispetto alla Provincia, su cui però c’è un dibattito tra giuristi. «Siamo convinti che sia possibile», conclude Michaela Biancofiore. Il governo, incaricando il Commissariato del governo, potrebbe ordinare di sostituire i cartelli. Una soluzione preferita alla impugnazione di atti provinciali. L’obiettivo è ripristinare il bilinguismo garantito dallo statuto.
Il caso dell’80% di cartelli in tedesco installati da Avs e associazioni turistiche sui sentieri è aperto senza soluzione da oltre un anno e i toni tornano ad alzarsi. L’assessore Hans Berger chiama in causa il Cai. Se i tempi slittano, accusa Berger, è colpa dell’associazione che si sottrarrebbe all’accordo con l’Avs: «Da due mesi aspetto una loro risposta alla bozza dettagliatissima che abbiamo elaborato con l’ufficio parchi. Temo che si stiano facendo trascinare politicamente». Ma al Cai non ci stanno, ricordano che la linea da sempre è «il rispetto dello statuto» e Vito Brigadoi precisa che in queste settimane non stanno rinviando per ragioni politiche, «ma perché siamo impegnati a verificare tutti i nomi riportati sulle carte dei sentieri, vale a dire i nomi in italiano utilizzati in montagna». Presto il Cai proporrà la propria lista, che non prevede la sforbiciata di migliaia di nomi (nella bozza Berger solo 3000 toponimi garantiti). Berger assicura: «Il ministro Fitto riceverà una risposta: cerchiamo un accordo, non lo scontro e sono convinto che si potrà trovarlo». Ma come? La vicenda è ormai anche romana e intervengono i parlamentari. E ancora una volta dal bilinguismo la discussione sfocia su macro e microtoponomastica e si riapre la ferita dei toponimi di Tolomei.
Così il senatore Oskar Peterlini (Svp): «Mi sembra evidente che nessuno discute più dei nomi di centri, vette, fiumi. L’accordo va trovato sulla microtoponomastica: traduciamo solo i microtoponimi in uso nell’italiano e restituiamo al resto della microtoponomastica l’originalità falsificata da Tolomei». E la forzatura dell’Avs che ha reso monolingui cartelli prima bilingui? Peterlini: «Si è lasciato alla libera iniziativa un problema troppo delicato. Adesso credo che si debba puntare su un accordo tra Cai, Avs, Provincia, d’intesa con il governo».
Siegfried Brugger, deputato Svp e componente della Commissione dei 6 e dei 12 accusa: «Non sono certo un estremista, questo è notorio. Ma non mi piace quando le discussioni sulla toponomastica non ricordano il punto di partenza: l’ingiustizia perpetrata dal fascismo. Lo statuto lo conosciamo bene, la posizione sul bilinguismo è chiara. Allora dico, risolviamo questa questione una volta per tutte. E basta andare a setacciare i cartelli solo in tedesco di sentiero in sentiero». Secondo Brugger la via di uscita è unica: «Fare finalmente la legge provinciale sulla toponomastica, perché la vicenda dell’Avs è intrecciata». Anche Brugger parla di buon senso: «Tradurre tutto ciò che ha un riferimento storico e culturale in italiano, tutti i toponimi che vengono utilizzati». Anche Luisa Gnecchi (Pd) premette: «Lo statuto parla di bilinguismo». E’ convinta che una soluzione verrà trovata: «Il presidente Luis Durnwalder usa i toni che possono portargli consenso, sapendo dove dovrà fermarsi. Il problema è che a volte si ferma con due giorni di ritardo». Gnecchi spinge per l’accordo locale: «Cai e Avs si mettano d’accordo, altrimenti subentrerà la politica e magari ci sarà una forzatura del governo. Una ipotesi che non mi piace, perché ci sarebbero vinti e vincitori e la storia ci ha insegnato che i vinti cercano sempre una rivalsa». (fr.g.)

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