effettuata l’autopsia 

Tragedia di Adan «Nessuna evidente causa di morte»

BOLZANO. «Non è stata individuata nessuna chiara o evidente causa di morte». E’ il primo responso del dottor Eduard Egarter, noto anatomo patologo di Bolzano, a conclusione dell’autopsia svolta sul...



BOLZANO. «Non è stata individuata nessuna chiara o evidente causa di morte». E’ il primo responso del dottor Eduard Egarter, noto anatomo patologo di Bolzano, a conclusione dell’autopsia svolta sul corpo di Adan Hussein, il ragazzino curdo iracheno morto all’ospedale di Bolzano dopo essersi ferito cadendo dalla sedia a rotelle con cui era costretto a muoversi a seguito di una distrofia muscolare. Il dottor Egarter ha partecipato all’esame necroscopico come consulente di parte, cioè come uomo di fiducia di cinque dei medici dell’ospedale di Bolzano finiti sul registro degli indagati con ipotesi di accusa di responsabilità colpose. I periti nominati dal giudice sono due: il dottor Mattia Barbareschi ed il dottor Sandro La Micela. Entrambi sono di Trento. Come detto non sarebbero emerse cause di morte evidenti. Non ci sarebbero neppure elementi in grado di ipotizzare scompensi cardiaci provocati dalla distrofia di cui il ragazzino soffriva. Ai periti sono state ovviamente consegnate le cartelle cliniche relative alle cure cui Adan fu sottoposto in due fasi all’ospedale di Bolzano. Sarà importante anche verificare l’ipotesi che il ragazzino si sia notevolmente indebolito (viste le sue condizioni generali di salute) durante la settimana in cui fu costretto a vivere all’addiaccio o quasi vista l’incapacità del sistema di accoglienza e assistenza altoatesino di intervenire in tempi rapidi dopo l’arrivo della famiglia dalla Svezia dove le era stato negato lo status di rifugiati. I due periti cercheranno ovviamente di scoprire qualcosa in più dalle analisi di laboratorio che verranno effettuate nelle prossime settimane su cuore, polmoni, sangue e urine della vittima. Pare che proprio i polmoni fossero uno dei punti più deboli, sotto il profilo clinico, della vittima. Il giudice Emilio Schönsberg ha chiesto ai periti anche una valutazione degli interventi sanitari ottenuti all’ospedale di Bolzano, reparto per reparto. E ieri è emerso che proprio i medici dell’ospedale, viste le condizioni del ragazzo, furono costretti a far intervenire il tribunale dei minori per essere autorizzati a somministrare alla vittima una cura che i genitori rifiutavano. (ma.be.)

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