Trasferimento a rilento: Chiku resta alla Sill

Ancora qualche giorno prima del viaggio verso Grossetto: probabilmente non si tratta di un ibrido



BOLZANO. La procedura di tasferimento di Chiku alla volta del centro di recupero animali selvatici di Semproniano (Grosseto) non sarà così rapida. L’operazione è complicata per il tipo di trasporto, in attesa di sbrigare tutte le incombenze legali e burocratiche. Non che l’esito possa in qualche modo essere molto differente dato che il difficile quadro sull’esatta specie del felino sembra virare sempre più sul versante selvatico. «Molto probabilmente - spiega il veterinario responsabile della Sill Giovanni Lorenzi - il felide è un servalo e non un ibrido. Si tratta, comunque, di valutazioni piuttosto difficili». Lorenzi non lo dice, ma pare evidente che la sicurezza mostrata dai proprietari sul definire Chiku un savannah F1 non trovi tutto questo riscontro nella documentazione ufficiale dell’animale. Il felino è microchippato: difficile pensare a equivoci particolari, ma lunica analisi dirimente può essere quella genetica. In ogni caso vale la pena ricordare che, in ossequio alle norme sulle specie protette, nemmeno i savannah F1 o F2 (il grado di distanza dal genitore selvatico) possono essere mantenuti come animali domestici. Chiku, quindi, non solo non sarebbe un gattone, ma nemmeno avrebbe l’”attenuante” dell’ibrido: è proprio selvatico e come tale va considerato.

Al momento l’animale continuerà a rimanere nello spazio che la Sill gli ha dedicato: isolato e tranquillo, per quello che la struttura concede. «Sta bene - spiega Lorenzi - e noi cerchiamo di fornire il massimo dell’assistenza possibile perchè non scappi e non possa avere problemi di salute collegati al contatto con gli altri gatti». Vale la pena ricordare, comunque, che la Sill non è esattamente un canile predisposto ad ospitare animali del deserto africano.

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