il caso

Trasporti, allarme autisti. I sindacati: se ne vanno 

La riorganizzazione. La Sasa raddoppierà i chilometri: servono 100 assunzioni Il personale arriverà dai concessionari uscenti. La Cgil: «Grave problema di ricambio»



BOLZANO. Stipendi troppo bassi, costo della vita alle stelle: è sempre più grave il problema della carenza di autisti per gli autobus. Un tassello che si aggiunge ai problemi di personale nella ristorazione e nel commercio segnalati nei giorni scorsi.

La «nuova» Sasa avrà bisogno di reperire 180 bus e assumere circa cento autisti: passaggi da compiere entro la fine dell’autunno, quando dovrebbe entrare a regime la rivoluzione del trasporto pubblico locale su gomma voluta dalla Provincia. Approvato l’aumento di capitale che ha portato la Provincia all’88%, con i Comuni di Bolzano, Merano e Laives soci di minoranza, la Sasa organizza la propria espansione. Il prossimo passo ufficiale sarà la firma del contratto di servizio con la Provincia: dagli attuali 8,2 milioni di chilometri all’anno, la Sasa si vedrà assegnare ulteriori 7 milioni di chilometri. Al tradizionale servizio dalla rete urbana di Bolzano, Merano e Laives si aggiungeranno le tratte extraurbane convergenti. In questo modo la Sasa passerà al 45% del servizio pubblico, mentre i privati scenderanno al 55% (in dieci lotti, la gara è in via di svolgimento). Sasa riceverà 34 nuove linee, di cui sei notturne. E sarà la Sasa a svolgere il servizio «sostenibile» previsto dalla riorganizzazione.

Sui 180 bus da reperire il presidente Francesco Morandi ribadisce le trattative in corso (nonostante il nuovo assetto societario, l’attuale Cda resta in carica).

Sul personale arriva l’allarme dei sindacati. Le assunzioni necessarie in Sasa sono state discusse in un recente incontro dei sindacati con l’azienda. «Non si trovano autisti, è un lavoro sempre meno appetibile», è la sintesi di Josef Ploner (Cisl). Per il centinaio di autisti necessari la Sasa non dovrà andare sul mercato. Gli accordi prevedono il passaggio (volontario) del personale in servizio nelle attuali società concessionarie delle tratte interessate. «Ci è stato ribadito che il personale transiterà conservando tutti i diritti acquisiti», riferisce Ploner. Tutto bene quindi? «Assolutamente no. Le società di trasporto sono sotto organico, perché non si trovano autisti», risponde Ploner. È durissima l’analisi di Anita Perkmann (Filt-Cgil): «Il salario base per un autista, con indennità di bilinguismo, è di circa 1300 euro. Da anni diciamo che si tratta di una cifra inaccettabile per il servizio di trasporto pubblico locale. Gli autisti hanno la responsabilità di decine di persone a bordo, serve personale qualificato e motivato. Ma le società non lo capiscono, si ostinano a trattare questo settore guardando solo ai bilanci o a fare cassa». Come denunciato anche in passato, prosegue Anita Perkmann, «sempre meno altoatesini di lingua italiana o tedesca decidono di fare questo lavoro: per 1300 euro vanno a fare lavori con minori responsabilità. Le assunzioni riguardano sempre più spesso giovani del sud Italia o stranieri, ma non funziona. Queste persone arrivano e presto si rendono conto che il costo della vita è troppo alto. Anche dividendo la casa con altri, non riescono a inviare denaro alla famiglia di origine». Sasa, come altre aziende, conclude la sindacalista, «deve fare i conti con continue dimissioni o partenze alla fine dei contratti. Noi stessi come sindacato abbiamo un turn over del 25% di iscritti di questa categoria. La Provincia investe molto sui trasporti, ci crede, ma noi avvisiamo: gli stipendi vanno alzati, altrimenti il sistema non reggerà». Conferma Ploner: «Le agenzie di reclutamento vanno a cercare autisti nel sud, ma qui tutto è troppo caro. I giovani ci dicono: con quello stipendio faccio il magazziniere». FR.G.

 













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