Troppi finti atleti in pista, il Grole fa denuncia alla Fisi 

Il presidente Lillo. «Alcuni sci club hanno aperto le porte agli sciatori della domenica» Il pericolo: assembramenti in pista, a rischio la salute di chi si allena davvero. Mancano i controlli


Davide Pasquali


Bolzano. Riaprono, le piste da sci? e quando? La politica nazionale e provinciale ancora devono decidere. Intanto però si palesano i furbetti delle piste: non essendo atleti non potrebbero sciare, ma lo fanno comunque. «Si stanno verificando diversi episodi di comportamenti poco onesti volti ad aggirare le disposizioni circa la possibilità di poter svolgere gli allenamenti di sci solo per gli atleti di interesse nazionale, o atleti che fanno gare, ma non ancora di interesse nazionale. Se la cosa continua e si allarga, metterà a rischio anche la sicurezza degli atleti, considerati i pochi spazi a disposizione». Lo denuncia il presidente del Gsa Grole, Enrico Lillo, che ha scritto un accorato appello alla Fisi «per protestare vivamente circa il reale controllo della veridicità delle convocazioni per gli allenamenti di sci riservati agli atleti di interesse nazionale».

Regole valide solo per gli atleti

Spiega Lillo: come da disposizioni governative statali e provinciali, gli impianti di risalita e le relative piste di sci alpino sono quasi tutte chiuse, perché i vari Dpcm e le varie ordinanze hanno autorizzato solo gli “atleti di interesse nazionale" a svolgere gli allenamenti, in modo tale da poter partecipare alle varie competizioni con la giusta preparazione. A questi, dall’inizio di dicembre e dopo un accordo tra Stato e Regioni e con il permesso del Comitato Scientifico, si sono aggiunti i tanti atleti dello sci alpino che non sono ancora di interesse nazionale, ma che normalmente partecipano alle gare dei vari circuiti Fisi sia provinciali che regionali. Per essere in regola, e quindi poter partecipare agli allenamenti, viene richiesta la relativa tessera Fisi e agli impiantisti (solo agli impiantisti) una lettera che elenca i convocati a firma del presidente dello sci club, che convoca appunto per la tale giornata alla tale ora sulla tale pista. Non occorre specificare che si ha disposizione un allenatore qualificato, che invece viene inserito nell’elenco dei convocati.

Fatta la legge trovato l’inganno

Tutto giusto si potrebbe dire, «se non per il fatto che come al solito dove ci sono delle regole sono immancabili anche coloro che le trasgrediscono». Lillo racconta: «Sta succedendo infatti che anche gli “sciatori della domenica” e pare anche chi ha visto le montagne solo in cartolina - nella massima parte adulti, che non hanno mai fatto una gara nella loro vita e che probabilmente mai la faranno - sono diventati improvvisamente “atleti di interesse nazionale”». Come? «È bastato farsi tesserare attraverso uno dei tanti sci club e relativi presidenti compiacenti e il gioco è fatto».

Salute in pericolo

Al di là del comportamento legato all’aggiramento di una norma varata nell’interesse della salute degli atleti veri, e che consente a questi ultimi di poter svolgere gli allenamenti in sicurezza su una pista poco affollata, «quello che fa rabbia è che poi questo comportamento furbesco mette in pericolo sia la salute che la sicurezza dei ragazzi che si trovano a dover utilizzare le poche piste aperte appositamente per i veri atleti, generando pericolosi assembramenti e piste intasate dai furbetti».

Mancano i controlli

In tutto questo, sostiene Lillo, «manca un reale controllo che possa impedire gli aggiramenti della legge e, soprattutto, mancando il controllo, viene a mancare anche la giusta sanzione per chi pensa di essere più furbo di chi invece rispetta le regole e le fa rispettare ai propri atleti e iscritti». Per finire, ma non per ultimo come importanza, «il cattivo esempio che viene dato a chi fa dello sport sano, fornendo ai ragazzi una falsa immagine dello sport, basata sulla mancanza di una base civile del rispetto delle regole, facendo credere che i furbi trovano sempre il mezzo e il metodo per poterle aggirare, magari deridendo chi invece le rispetta».

Contromisure, da subito

Lillo chiede con forza alla Fisi che la lista dei convocati venga inviata anche al Comitato regionale, che ha il dovere di controllare e accertare che i convocati siano veramente degli atleti e che gli allenatori o pseudo tali siano veramente qualificati, facendo una comunicazione alle forze dell’ordine in modo da eseguire i necessari controlli sulle persone che affollano le piste di sci aperte per gli allenamenti e capire se chi è inserito nelle liste abbia o no titolo per stare in pista». Lillo chiede anche, qualora si verifichino delle turbative, «di prendere provvedimenti sanzionatori, siano essi pecuniari o con deferimento nei confronti dei presidenti qualora si siano resi responsabili di aggiramenti della norma in vigore».

Pressioni e minacce

Anche Lillo ha ricevuto pressioni da parte di soci per essere inseriti in liste “farlocche” in modo da poter andare a sciare. «Ma non mi sono fatto convincere, neppure dopo essere stati tacciati come uno sci club che non ha interesse per i propri soci, e con la minaccia di iscriversi con altre associazioni. Ebbene, sarebbe ora di fermare questi falsi atleti e di sanzionare gli sci club compiacenti con comportamenti da "soliti furbetti”, e far cessare la credenza che i “fessi” sono le persone che hanno un modo di fare corretto».













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