Ubriaco alla guida uccise ciclista 

Rilevante concorso di colpa della vittima. L’automobilista (con 1,43 di alcol) condannato ad un anno e 2 mesi  La difesa aveva chiesto l’assoluzione dall’omicidio stradale sostenendo che l’incidente non sarebbe stato evitabile


MARIO BERTOLDI


Bolzano. Codice alla mano rischiava da 5 a 10 anni di reclusione posto che la Procura della Repubblica lo aveva incriminato per omicidio stradale. Un giovane automobilista di Bolzano è riuscito ad ottenere una condanna decisamente più soft (un anno e 2 mesi di reclusione con i benefici di legge) anche se la tesi della difesa, sostenuta dall’avvocato Beniamino Migliucci, non è stata accolta in pieno. Al centro del caso l’incidente mortale avvenuto a metà luglio di tre anni fa all’altezza del civico 37 di via San Maurizio, a circa 200 metri dall’ospedale .

La dinamica.

Un ciclista venne investito mortalmente mentre, a conclusione di una serata trascorsa in centro a Bolzano, stava raggiungendo Settequerce in sella alla propria bicicletta elettrica. Sia la vittima che l’automobilista alla guida dell’ auto avevano 26 anni ed entrambi risultarono positivi all’alcoltest. La vittima fece registrare 0,82 grammi di alcol per litro di sangue , l’automobilista addirittura 1,43 (dunque era sostanzialmente ubriaco). In piena notte (verso le 2,45) l’automobilista che stava rientrando in città, non si accorse in tempo che il ciclista (che aveva regolarmente il faro anteriore acceso come dimostra un filmato girato da amici prima della tragedia) aveva lasciato la pista ciclabile per accorciare il tragitto verso Settequerce, percorrendo alcune centinaia di metri di via San Maurizio contromano tagliando sostanzialmente la strada alla vettura. L’ automobilista (che avrebbe avuto una velocità superiore ai 50 chilometri all’ora) non riuscì ad evitare l’impatto ed il ciclista riportò lesioni alla testa rivelatesi poi mortali.

La sentenza.

Il processo per omicidio stradale si è concluso ieri mattina davanti al giudice Walter Pelino. La difesa (che ha già annunciato appello) ha tentato inutilmente di ottenere l’assoluzione dell’imputato dall’accusa di omicidio stradale , limitando la condanna (inevitabile) per guida in stato di ebbrezza alcolica. In sostanza l’avvocato Beniamino Migliucci ha tentato di dimostrare che il livello di alcol registrato nel sangue dell’automobilista non avrebbe avuto alcuna incidenza nella dinamica dell’incidenza in quanto gli ipotizzati tempi di reazione per chi era alla guida sarebbero stati molto compressi (entro due secondi).

Due perizie.

Pur riconoscendo un rilevante concorso di colpa del ciclista (i carabinieri rilevarono quattro violazioni del codice della strada) il giudice Pelino ha però emesso una sentenza di condanna. Sulla base di quanto emerso anche in due perizie, il giudice (che lo ha definito un caso limite) ha dunque ritenuto che il ciclista fosse stato avvistabile e che l’automobilista (se fosse stato alla guida nelle sue piene facoltà psico fisiche e dunque senza un livello elevato di alcol nel sangue) avrebbe potuto evitare l’impatto, anche perchè in prossimità di un attraversamento pedonale la velocità avrebbe dovuto comunque essere ridotta con una guida ancora più prudente.













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