Un “25 aprile” contro il muro al Brennero

Nelle cerimonie i richiami alla solidarietà nei confronti di chi scappa dalla guerra. Kompatscher: «Con le recinzioni non si risolvono i problemi»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Dedicata al dramma dei profughi la Festa del 25 aprile che ieri ha assunto un significato speciale quando il corteo delle autorità civili, militari, dei rappresentanti dell’Anpi e delle associazioni combattentistiche e d’Arma - partito dal Municipio - dopo aver toccato i diversi monumenti che ricordano quanti sono morti per la libertà, si è concluso in via Resia davanti al Muro del lager. Al di là oggi ci sono una serie di condomini, ma in un passato buio per l’umanità nel lager erano rinchiusi coloro che attendevano di essere deportati nei campi di sterminio nazisti.

Oggi la parola “muro” torna ad avere un significato sinistro: si vogliono ergere muri, si è ripetuto più volte nei discorsi di ieri, per difendersi dai profughi che fuggono dalle guerre e dalla fame.

I muri. «Le recinzioni - ha deto il presidente della Provincia Arno Kompatscher - non risolvono il problema, semplicemente lo spostano. Questo per dire che non dobbiamo lasciarci prendere dal panico: abbiamo vissuto 70 anni di pace e benessere grazie allo spirito di condivisione e collaborazione tra i popoli che ha portato alla creazione dell’Europa. Adesso c’è chi non sa resistere alle pressioni populiste e adotta le soluzioni più semplici che non portano però da nessuna parte».

Kompatscher da settimane sta tentando una difficile mediazione tra Austria e Italia, per evitare che si arrivi al ripristino dei controlli alla frontiera del Brennero: unico modo secondo il governo di Vienna - pressato dalla destra che ha portato domenica al trionfo al primo turno delle presidenziali di Norbert Hofer leader della Fpö - per cercare di arginare i flussi di migranti previsti in arrivo dall’Italia dopo la chiusura della rotta balcanica.

«Sabato - ha spiegato il governatore altoatesino - ad Innsbruck ho incontrato il nuovo ministro dell’Interno austriaco Wolfgang Sobotka ed ho ottenuto la sospensione dei lavori al confine del Brennero - la cui ripresa era programmata per domani - per la realizzazione di una recinzione dove si sarebbero dovuti effettuare i controlli sulle auto in transito. Sobotka incontrerà a breve a Roma il ministro dell’Interno Alfano. L’obiettivo è trovare assieme una soluzione nella consapevolezza che Italia ed Austria sono sulla stessa barca. Vittime di un’Europa che non rispetta gli impegni, ovvero la ridistribuzione dei profughi. Migliaia di persone - solo l’Austria nel 2015 ne accolte 90 mila - sono arrivate in Svezia, Germania, Grecia, Italia e Austria appunto. Il governo di Vienna sostiene che se non si rispettano gli accordi, che prevedono la registrazione di chi arriva e la successiva ridistribuzione nei diversi Paesi, sarà costretta a difendersi, ripristinando i controlli al valico. Spero che si riesca a trovare un’intesa prima a livello europeo e poi con la Libia, da dove partono migliaia di uomini, donne, bambini disperati».

La polizia. Per ora dunque i lavori per la costruzione di una barriera, secondo il presidente Kompatscher, sono sospesi; per domani però è annunciata una conferenza stampa al Brennero in cui la polizia austriaca spiegherà che tipo di controlli verranno effettuati e come si intende procedere.

Mentre dunque i governi discutono come cercare di arginare l’ondata di profughi che sta arrivando in Europa, persone di ogni età e di diverse nazionalità, ogni giorno rischiano la vita mettendosi nelle mani di criminali, nella speranza di ricominciare una nuova vita in un’altra parte del mondo, in cui a volte hanno parenti e amici, molto più spesso non hanno nessuno. Ma partono comunque: per chi come i siriani vive sotto le bombe sarebbe più pericoloso restare.

I valori. «La libertà - ha detto il commissario straordinario del Comune Michele Penta - è un valore assoluto: serve solidarietà umana per aiutare chi non ce l’ha, a trovarla».

Di 25 aprile come sinonimo di libertà ha parlato anche Orfeo Donatini, presidente dell’Anpi, accanto a lui il leader storico dell’associazione Lionello Bertoldi.

«Stiamo vivendo - ha detto Donatini - una stagione di grandi cambiamenti e di grandi sfide quanto di drammatiche e spesso tragiche, migrazioni e di contestuali reazioni dettate da egoismo e paura che tornano a far gridare in tutta Europa le forze nazionaliste. E da qui le campagne di odio e la costruzione di muri culturali e anche di filo spinato, ma tutto ciò non fermerà quello che è un vero e proprio tsunami».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità