Under 30: la crisi ha bruciato 4.000 posti di lavoro in Alto Adige

Crollo dei contratti a tempo indeterminato. I giovani disoccupati aumentati del 15%


Mirco Marchiodi


BOLZANO. È sempre più difficile per i giovani trovare un posto di lavoro, anche solo a tempo determinato. I dati dell'Astat sul mercato del lavoro sono eloquenti: nel 2007 gli under 30 con regolare contratto di lavoro erano più di 46 mila. Tre anni dopo il numero è sceso a 42.348 con un calo pari all'11%. I disoccupati tra i 15 e 24 anni invece sono passati da 1.300 a 1.500 (+15%). Quattromila posti di lavoro bruciati e un'insicurezza sempre maggiore, perché i contratti di lavoro dei giovani sono sempre più spesso a tempo determinato: nel 2010 i contratti per gli under 30 erano per il 44% a tempo determinato, mentre nel 2007 erano il 42%. Helmuth Sinn, capo del dipartimento lavoro della Provincia, conferma la tendenza: «Il lavoro a vita di una volta ormai non esiste più. Purtroppo il fenomeno del precariato ha raggiunto anche l'Alto Adige: progetti di formazione, tirocini, cococo si aggiungono ai rapporti di lavoro determinato. Ci consola il fatto che in Alto Adige restano comunque prevalenti i contratti di lavoro a tempo indeterminato e che a differenza di altre regioni, i contratti temporanei qui spesso si trasformano in contratti a tempo indeterminato». Il segretario provinciale della Uil Toni Serafini sottolinea come il problema riguardi in particolare il settore pubblico: «Quello del precariato - afferma - è un tema molto delicato e con molte sfaccettature. In Alto Adige abbiamo ad esempio i lavoratori stagionali del turismo o dell'agricoltura che comunque riescono ad arrangiarsi tra un'occupazione e l'altra, mentre restando nel settore privato è peggiore la situazione nel commercio. Ma il vero nodo da affrontare è il settore pubblico, in particolare scuola, sanità e servizi sociali. È qui che c'è il maggior numero di contratti di lavoro a tempo determinato. La nostra richiesta è di regolarizzarli al più presto». Sinn conferma: «Ma - aggiunge - l'elevato numero di lavoratori a tempo determinato nel settore pubblico si spiega anche con il fatto che in Alto Adige per l'assunzione c'è bisogno del patentino di bilinguismo e soprattutto nel settore sanitario ci sono molti dipendenti che questo requisito non ce l'hanno e che quindi non possono essere assunti con contratti a tempo indeterminato». Sul problema della disoccupazione giovanile interviene anche l'Istituto per la promozione dei lavoratori: «È vero - afferma il vicedirettore Mario Giovannacci - che a livello italiano l'Alto Adige ha il tasso di disoccupazione giovanile più basso tra tutte le regioni. Ma se estendiamo il confronto all'Europa, allora la provincia di Bolzano retrocede fino al 74º posto. Nel 2009 Bolzano presentava un tasso di disoccupazione giovanile dell'8,9%, in aumento del 3,6% rispetto al 2007. Nel vicino Tirolo la disoccupazione giovanile era invece pari al 6,4%, decimo valore più basso di tutta Europa. Anche se nel 2010 c'è stato un leggero miglioramento - chiude l'Ipl - la problematica della disoccupazione giovanile va affrontata subito intervenendo con politiche che diano maggiori possibilità ai giovani di collocarsi all'interno del mercato del lavoro».

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