Undicimila lavoratori pagati coi voucher

In provincia interessate 4.500 aziende. Oltre mille occupati al giorno. Destinatarie dei buoni sono per lo più le donne


di Davide Pasquali


BOLZANO. Undicimila lavoratori e 4.500 aziende coinvolte in poco più di due mesi. Sono le dimensioni altoatesine del fenomeno voucher, rese pubbliche ieri dalla ripartizione lavoro.

La cornice normativa. I buoni lavoro, o voucher lavoro che dir si voglia, consentono al datore di lavoro di pagare le persone che prestano la loro opera lavorativa senza un classico contratto di lavoro. Con i voucher si dovrebbero pagare lavori occasionali e discontinui, o prestazioni di lavoro accessorio. In questi giorni il presidente del consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, ha confermato il mantenimento di tale forma di retribuzione lavorativa senza escludere, però, l’introduzione di correttivi. Per la ripartizione lavoro della Provincia è stata un’occasione per fare un breve bilancio a poco più di due mesi dall’introduzione del criterio della rintracciabilità dei voucher, con l’obbligo per il datore di lavoro, le aziende e le imprese che impiegano lavoratori pagandoli con voucher di comunicare per email all’ispettorato del lavoro le informazioni più rilevanti prima dell’inizio dell’attività lavorativa in tal modo retribuita.

Undicimila lavoratori. L’osservatorio provinciale del mercato del lavoro ha analizzato nel dettaglio le comunicazioni. Ne emerge che circa un quarto dell’occupazione complessiva con voucher si concentra su sole 44 aziende. Ciò significa che l’1 per cento delle aziende che hanno comunicato lavoratori retribuiti con voucher copre il 25 per cento dell’occupazione complessiva con tale forma. In Alto Adige, in media, ogni giorno lavorano con questa forma di contratto precario 1.040 persone, il che corrisponde allo 0,5 per cento dell’occupazione dipendente. La durata lavorativa corrisponde in media a poco meno della metà di una normale giornata di lavoro, ovverosia a 4,4 ore. Le attività retribuite con voucher corrispondono in totale a un volume lavorativo di 760 lavoratori con contratto a tempo pieno.

Quando e chi se ne serve. Viene fatto ricorso ai voucher soprattutto per le giornate di venerdì e sabato. I settori che vi fanno maggior ricorso sono quello alberghiero (33 per cento di tutte le ore) e del commercio (26 per cento). Per la maggior parte ad essere retribuite in tal modo sono le donne. Per quanto riguarda l'età, poco meno della metà si riferisce alla fascia dai 30 ai 60 anni, e ugualmente a quella sotto i 30 anni, mentre solo il 14% dei voucher fanno riferimento a lavoratori oltre i 60 anni di età.

Fino a 2000 ore al giorno. Come precisa il direttore della ripartizione lavoro, Helmuth Sinn, il periodo di riferimento è un arco temporale particolare per il settore del turismo, dal momento che le prime settimane sono stagione secondaria, mentre poi è subentrata l'alta stagione prenatalizia. Invece, come prosegue, ai voucher si è fatto ricorso di frequente nel periodo dell'Avvento e di Natale, sia nel settore del commercio che in quello ricettivo. Il dato più alto si è registrato il 9 dicembre in occasione del Black Friday con 2.260 ore, mentre quello più basso, con sole 80 ore, il 25 dicembre.

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