Unitalia, “scisma” verso Benussi

Schiatti e altri esponenti con il sindaco di maggio. Piccolin e Caruso con Seppi



BOLZANO. Divorzio dentro Unitalia. Il movimento perde una parte dei propri esponenti «storici», migrati in altre liste, in particolare verso la «Lista Benussi». È lì che ha deciso di candidarsi il consigliere comunale Luigi Schiatti (ma non solo), mentre il collega di banco Gianfranco Piccolin ha accettato di ricandidarsi con Unitalia. Lo scisma di Unitalia verso il sindaco di maggio è la conseguenza del tentativo di parziale ricomposizione del centrodestra bolzanino. Una del movimento di Donato Seppi non ha accettato di sostenere il candidato sindaco Alessandro Urzì. Nel giornale di oggi presentiamo tutte le liste depositate in Comune a Bolzano. Scorrendole si possono notare i movimenti interni all’area. Su nove candidati sindaco, il centrodestra ne esprime quattro: Giovani Benussi, sostenuto dalla sua «Lista Benussi» e da CasaPound, Mariateresa Tomada di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì appoggiato da Alto Adige nel cuore, Forza Italia e Unitalia, Carlo Vettori della Lega nord.

Come annunciato, viene confermato il sostegno di CasaPound a Benussi, con una propria lista. Ma è nella civica di Benussi che arriva la sorpresa: Schiatti, esponente di punta di Unitalia, si candida nella lista Benussi. E non è solo, perché da Unitalia arrivano anche Rocco Tripodi, Flora Trentin e Daniele Guzzonato. Il capolista di Benussi è Andrea Marcolini.

Unitalia presenta una lista di 22 nomi in rigoroso ordine alfabetico. Insieme alla ricandidatura di Piccolin, c’è il lancio di Marco Caruso, finora attivo nella circoscrizione Don Bosco e va segnalato il ritorno dell’ex consigliere provinciale Donato Seppi, che spiega: «I ragazzi mi hanno chiesto di dargli una mano, non potevo certo rifiutarmi». Così Schiatti sul divorzio da Unitalia e la decisione di correre con la Lista Benussi:«Avevo pensato di lasciare, poi Benussi mi ha contattato e l’idea mi è piaciuta. Speravo che attorno a lui potesse esserci una aggregazione più ampia, senza i veti che CasaPound ha ricevuto da Urzì». Seppi spiega: «I rapporti umani restano buoni. La scelta di candidare Urzì è sembrata un buon compromesso nel nome di una parziale unità. Non tutti in Unitalia lo hanno pensato e hanno fatto altre scelte».













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