Valanghe, ipotermia, traumi: a Bolzano nasce il pronto soccorso d'alta quota

Inaugurato all'Eurac l'istituto per la medicina d'emergenza in montagna dopo le polemiche sugli esperimenti con i maiali vivi


Alan Conti


BOLZANO. Come trattare un paziente rimasto sepolto da una valanga, caduto durante un'arrampicata, recuperato dopo una notte all'addiaccio in parete?

Per dare le risposte giuste e cercare di salvare vite umane in condizioni spesso estreme è stato inaugurato a Bolzano l'Istituto per la medicina d'emergenza in montagna, un centro di ricerca promosso dall'Accademia Europea (Eurac) che si pone l'obiettivo di coordinare e far crescere il pronto soccorso in quota, studiando i rimedi per chi viene coinvolto in incidenti o rimane sotto le slavine: dall'ipotermia ai traumi da caduta, fino agli interventi da effettuare sul posto.

E anche se il primo esperimento sull'ipotermia da valanga ha creato polemiche per l'utilizzo di maiali vivi come cavie sotto la neve _ ed è stato sospeso dopo le proteste degli animalisti _ l'Istituto non nasconde le proprie ambizioni di eccellenza internazionale. "A livello mondiale non esiste niente di simile - specifica il nuovo presidente dell'istituto Hermann Brugger - e Bolzano diventerà così un centro d'eccellenza".

Quanto all'esperimento contestato, mentre il governatore della Provincia autonoma Luis Durnwalder assicura che non si ripeterà, Brugger puntualizza: «La libertà scientifica non è garantita quando si registra un gap informativo di questo tipo. La sperimentazione era completamente a norma secondo i dettami della Dichiarazione di Helsinki e autorizzata dal ministro austriaco». Lo stesso governo che pochi giorni dopo dispose l'interruzione della ricerca.

Sulla rivista inglese "Nature", però, Brugger è stato più esplicito: "E' stata tutta colpa della stampa che ha alimentato lo scandalo, seguita da tv e radio. Non solo, molti scienziati e politici sono rimasti in silenzio, negandoci il supporto. Fa impressione, comunque, che nei giorni del terremoto di Haiti le prime pagine parlassero del nostro esperimento".

Tornando all'attività dell'istituto: «Raccoglieremo tutte le informazioni in merito alla frequenza, al tipo di trattamento e la prognosi di specifiche malattie come ipotermia, assideramento e traumi. In questo modo si possono creare griglie di riferimento relative ai fattori di rischio e mettere a confronto le diverse misure adottate per il salvataggio».

Nel team dell'istituto ci sarà anche Giacomo Strapazzon, specialista in medicina interna e medico del soccorso alpino. Soddisfatto per la nuova iniziativa anche il presidente della Provincia Luis Durnwalder: «La nostra è una realtà di montagna, contrassegnata da una popolazione sportiva e da 5,4 milioni di turisti che arrivano per visitare le nostre bellezze naturali. Questo determina delle responsabilità per le istituzioni, ma la stessa sicurezza può essere un fattore spendibile sul mercato del turismo. L'Eurac nasce come rampa di lancio dell'ateneo prima, e per supplire i rami del sapere che non vantano una facoltà alla Lub poi: in questo senso il nuovo istituto rappresenta un fiore all'occhiello, con un direttore di caratura internazionale che ci garantirà contatti con le eccellenze mondiali del settore».

Positivo anche il giudizio di Stephan Ortner, direttore dell'Eurac: «La medicina d'emergenza è un ponte ideale tra le varie discipline e concorrerà senza dubbio alla crescita dell'Eurac. Importante la collaborazione col Tis: coinvolgeremo tutta la tecnologia alpina industriale del territorio».













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