Bolzano

Vetrine spente di notte? La politica altoatesina si divide

La disposizione sta per andare in aula. Aspre critiche da Fratelli d'Italia.I Verdi: «Polemica sterile». Confesercenti: «Vogliamo essere coinvolti pure noi»



BOLZANO. «Alla giunta provinciale Svp/Lega. Spegnere le luci significa rendere le strade pericolose, un favore a chi delinque. La luce è sicurezza». È l’appello lanciato da Fratelli d’Italia a pochi giorni dalla trattazione in aula delle disposizioni collegate alla legge di stabilità provinciale per il 2022 che all’articolo 24 introduce nuove misure di contenimento dell’inquinamento luminoso.

La giunta, spiega il consigliere provinciale Alessandro Urzì, con apposito successivo regolamento di cui non sono noti i dettagli fisserà i criteri per lo spegnimento dell’illuminazione delle insegne, delle insegne e scritte dotate di illuminazione propria, di qualsiasi tipo di illuminazione decorativa, l’illuminazione delle vetrine di esposizione nonché dei beni architettonici e artistici nelle ore notturne. Sarà altresì vietato l’uso di proiettori di fasci luminosi (skybeamer) sia mobili che fissi. Urzì fa inoltre notare che in caso di inosservanza si rischiano fino a 1.500 euro di sanzione. «Per tutelare l’ambiente ci sono mille possibilità; le lampadine a basso consumo, i led, i dispositivi da installare per aumentare l’illuminazione soltanto al passaggio delle persone. Invece che spegnere tutto, si potrebbe incentivare con dei contributi».

Una città con vetrine, insegne e monumenti spenti «è una città non sicura, che vanifica e rende difficile anche la videosorveglianza privata per la tutela delle attività economiche». L’intervento a FdI sembra ancor più insensato in una terra votata al turismo. Si chiede alla Lega di non votare a favore, «visto il programma nazionale per la sicurezza adottato da FdI e Lega, che spinge semmai per il potenziamento dell’illuminazione notturna per esempio nei parchi, come fatto a Oltrisarco».

Di tutt’altro avviso Brigitte Foppa (Verdi): «Io da consigliera avrei rubricato una questione del genere nell'ambito delle mozioni. Si tratta di interventi piccoli che servono per andare in una certa direzione. Se cominci una dieta inizi dai piccoli eccessi: caramelle e cioccolata, con le cose meno vitali. Non avrei mai pensato si potesse arrivare a delle proteste. Se pensiamo alle dimensioni, all’entità del cambio climatico e del surriscaldamento, sono ben altri gli interventi da intraprendere, ma intanto partiamo da qui. È come nel caso delle porte chiuse nei negozi. Ora è ovvio sia così, inizialmente furono assai osteggiate».

Mirco Benetello (Confesercenti) dice invece: «Il fatto che l’inquinamento luminoso vada limitato ci vede d’accordo. Inoltre a nessuno piace buttare via soldi in elettricità quando non serve. Sappiamo però che insegne e vetrine dei negozi costituiscono un presidio del territorio. Bisogna vedere quali saranno le regole: una cosa è spegnere alle 8 di sera, un’altra durante la notte. Parliamone, discutiamone. Fra gli esercenti c’è disorientamento perché non si sa esattamente cosa verrà deciso. Speriamo di venire coinvolti».













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