Zampatti: in quota c’è troppa imprudenza

Il presidente del soccorso alpino del Cai ammonisce: i dati forniti dall’ufficio valanghe sono sicuri



BOLZANO. L’insensibilità degli escursionisti di alta montagna a tutte le indicazioni di pericolo che puntualmente vengono fornite in questi giorni dal servizio anti valanghe della Provincia, lascia a bocca aperte anche Lorenzo Zampatti, presidente del Cnsas Alto Adige(il soccorso alpino del Cai). “Con la montagna non si scherza” si sente più volte ammonire. Ma non tutti ne sembrano convinti e sono sempre più numerosi coloro che decidono di affrontare escursioni anche molto peri colose nonostante le indicazioni tecniche che dovrebbero indurre a rinunciare senza tanti tentennamenti.

Anche in Alto Adige la passione è più forte. «La temerarietà che si dimostra in molte occasioni lascia spesso senza parole - puntualizza Lorenzo Zampatti - non ci si vuole rendere conto , nonostante le indicazioni plurime, che la situazione in alta montagna è estramemente instabile e basta poco per provocare il distacco di una valanga”.

La situazione, dunque, è in generale poco sicura in questo periodo?

«Certo. Di conseguenza sarebbe necessario seguire con la massima attenzione le indicazioni che vengono fornite dagli uffici competenti e dagli esperti”

Eppure sembra quasi che non si dia molto credito a chi segue la situazione giorno per giorno e indica i fronti di pericolo.

«E allora va detto ancora una volta che i bollettini sono affidabili e sono relativamente precisi. Ripeto di fronte alle indicazioni che vengono fornite c’è realmente da rimanere stupiti davanti alla decisione di gruppi di sci alpinisti di non rinunciare a nulla pensando di riusce sempre a cavarsela”

E’ una passione che supera ogni timore..

«Sì. Le cause di questo comportamento sono comunque molteplici. Intanto non bisogna dimenticare che c’è stato un lungo periodo in cui non c’era neve e dunque lo sci alpinismo ed il fuori pista erano impraticabili. Di conseguenza la voglia di andare è realmente forte e questo spinge a superare ogni timore e ad azzardare escursioni che sulla carta non possono che essere sconsigliate. Dopo di chè vanno fatte anche alcune considerazioni sull’evoluzione dei materiali, l’evoluzione tecnica, la preparazione fisica degli escursionisti. I giovani di oggi hanno grandi capacità ed i materiali consentono di avere una maggiore facilità nell’esecuzione delle cose. E così si pensa sempte di riuscire a fare tutto»

Però non si pensa di rischiare la vita banalmante?

“La neve tutto som,mato è poca. Anche le nevicate di questi giorni non sono state eccessive. Tutto induce a ritenere l’alta montagna abbastanza praticabile. Poi però succedono le tragedie perchè il manto mevoso non è assolutamente stabile».

Fa troppo caldo anche in quota?

«Non è solo una questione di temperatura perchè abbiamo strati successivi che non sono legati tra di loro . Ha anche tirato molto vento e dunque ci sono grossi accumuli ricoperti nelle ultime ore anche da neve fresca ed in quanto tali più difficilmente individuabili»

Lei ritiene che gli escursionisti siano meno preparati rispetto ad una volta?

«No, questo no. Però c’è più azzardo. C’è una maggiore esuberanza. Siamo spesso di fronte ad uno spirito più temerario. In passato si era più attenti e riflessivi. A questo vanno poi aggiunti i danni provocati dalla divulgazione di immagini e di imprese su internet dove si vedono discese folli e pazzesche. E allora è facile trovare chi pensa di poter fare altrettanto (basandosi sulla preparazione tecnica e fisica e sui materiali) non conoscendo magari che cosa c’è dietro e la prepoarazione che c’è a monte a livello tecnico». (ma.be.)

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