Ztl, niente multe per un altro mese

Il periodo di “tolleranza” prorogato a giugno. Il sindaco: «Il nostro fine non è fare multe». Si tratta ancora sulle deroghe


di Paolo Campostrini


BOLZANO. La guerra è dichiarata, ma resterà "fredda" ancora per un mese. Un limbo di tolleranza vigile (nel senso che saranno controllati dalla polizia urbana), che avvolgerà almeno fino alla fine di giugno i varchi della Ztl: niente multe per i forzati della consegna a domicilio, ma solo il blocco, fisico, agli ingressi del centro. Una repressione guidata. E dilatata per altri trenta giorni.

La notizia la dà l'assessora Judith Kofler Peintner: «Il periodo di test doveva concludersi a maggio. Poi partire col regime sanzionatorio. Ma ci siamo detti: aspettiamo ancora, proseguiamo con gli incontri. Ci sono alcuni punti che possono essere rivisti. Un altro mese ci farà comodo». Anche il sindaco conferma: «Il punto non è fare multe. Il punto è arrivare insieme ad una condivisione sugli obiettivi della nuova Ztl monitorata: rendere il centro vivibile per i pedoni e fruibile con criterio dagli operatori. Se per fare questo serve tempo, bene, prendiamocelo». La ragione è anche pratica. Nessuno, in Comune, vuole lanciarsi in una guerra "calda" contro i furgoni e, in particolare, dagli incontri con le categorie, a vari livelli (l’ultimo ieri), sono emersi alcuni punti che possono essere limati. Non tanto sugli orari generali quanto sulla gestione di situazioni specifiche. «Ci stiamo concentrando sulle esigenze individuali - spiega l'assessora Peintner - perchè sarebbe giusto non colpire chi è chiamato a svolgere operazioni non ordinarie. Si tratta di aziende con personale specializzato o incaricate di consegnare materiali particolari. Per far capire anche il raggio entro cui ci si muove nei contatti, dico solo che abbiamo aperto un tavolo anche con chi lavora nel settore dei disabili. Non si tratta di fare eccezioni ma semplicemente di applicare le norme in maniera intelligente». Le fa eco Spagnolli. «Il problema sono le deroghe, non l'impianto normativo generale. Ma derogare potrebbe voler dire favorire una categoria o un'azienda rispetto ad un'altra, creando concorrenza sleale de facto. Dobbiamo valutare applicazioni di deroghe in senso generale. Ma per questo serve condivisione. E incontri con il maggior numero di soggetti». Ma è proprio sull'impianto generale della disciplina degli accessi che i corrieri e gli spedizionieri stanno intensificando la resistenza. Tanto che, ieri, il loro comitato si è incontrato con Cna per elaborare una comune piattaforma di risposte. «Il nodo - dice Renzo Marras, che con Renato Valentinotti coordina il comitato - è che il Comune sembra non aver chiari gli obiettivi della nuova Ztl: o lo scopo è ridurre l'inquinamento oppure è diminuire il numero dei mezzi in transito. Perché se vale il primo, noi tutti ci possiamo dotare di veicoli non inquinanti a metano e muoverci in libertà; ma se vale il secondo, allora la fascia oraria va assolutamente dilatata». Perché il nodo è, una volta di più, semplicemente economico. Dice Claudio Corrarati, presidente di Cna: «Si è elaborata una cornice normativa zoppa. E che non tiene conto che ad ogni sanzione può corrispondere una perdita di posti di lavoro. Il commercio è cambiato, c'è un uso crescente dell'acquisto online, sempre più negozi chiedono la consegna di piccoli quantitativi di materiale, e questo induce i corrieri a dotarsi di mezzi sempre più piccoli ma che devono fare consegne sempre più numerose». Il varco aperto dal Comune, trova comunque una reazione positiva: «E' bene che i test siano prorogati ancora per un mese - dice Marras - perchè avremo tempo di chiarire le nostre ragioni. Non chiediamo la luna. Gli stessi permessi che avevamo proposto per i nostri corrieri nel 1994, valgono anche oggi. E sarebbe di grande interesse che si aprisse anche un tavolo sulle infrastrutture. Perché se il regime degli accessi verrà perfezionato, si dovranno creare dei parcheggi di scambio a ridosso del centro, luoghi da cui far partire mezzi condivisi per accelerare le consegne o uffici centralizzati per coordinare gli accessi e stabilire le priorità. Perché il problema è passare da una teoria, anche da una buona teoria, alla pratica. E farlo bene».

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