Addio nei manifesti a Palazzo Vescovile, resta solo Hofburg 

Proteste dei turisti, delusi anche i brissinesi di lingua italiana Zanotti: «Scelta motivata, slegata da questioni etniche»


di Fausto Da Deppo


BRESSANONE. Soltanto Hofburg sul manifesto che ha pubblicizzato nelle scorse settimane a Bressanone lo spettacolo di musica e luci "Natalie". Solo Hofburg e non anche Palazzo Vescovile, solo la denominazione tedesca e non anche quella italiana per indicare il luogo dell’evento che si è proposto come intrattenimento quotidiano a Bressanone per i locali i turisti, fra fine novembre e l’inizio del nuovo anno.

Lo show è andato bene, è stato archiviato con oltre 35 mila presenze e con spettatori arrivati da quindici nazioni, ma ha lasciato il disorientamento di non pochi visitatori italiani (costretti a chiedere cos’era e dov’era la Hofburg) e uno strascico polemico che si è allungato fino in Comune, dove il consigliere Antonio Bova ha inviato una lettera al vescovo Ivo Muser (la diocesi è proprietaria del complesso) sottolineando che "non è possibile che le diciture in italiano siano scomparse anche dagli stendardi sistemati all’esterno del palazzo e nei manifesti dello spettacolo Natalie, una delusione per i cittadini italiani”. In internet del resto si clicca il sito www.hofburg.it, che si apre con l’intestazione "Hofburg Brixen Bressanone" e riporta sotto, nel testo e tra parentesi, la traduzione "palazzo vescovile".

A spegnare la polemica pronta a nascere interviene Werner Zanotti, direttore della Bressanone Turismo che ha organizzato Natalie, dopo aver allestito nelle precedenti stagioni un altro spettacolo di musica e luci, quello dedicato all’elefante Soliman. "Sono tre anni che usiamo nei manifesti la sola denominazione Hofburg, è vero – ammette Zanotti – Si tratta di un nome proprio, come per i palazzi omologhi a Vienna e Innsbruck, e il suo uso esclusivo ci è stato anche chiesto dalla direzione della stessa Hofburg". Insomma, "non si è trattato di uno sbaglio, di una dimenticanza, di un errore a livello di comunicazione da parte nostra - aggiunge Zanotti – ma di una scelta precisa, motivata e come detto non nuova, che, a quanto ne so, non ha mai creato problemi, discussioni o lamentele. I visitatori, gli appassionati, gli interessati locali e di fuori città, fuori provincia o fuori regione sono arrivati. Poi Bressanone Turismo è sempre sensibile a richieste ed esigenze dei turisti in città. Se qualche disguido c’è stato, si può pensare a una soluzione. La priorità è aiutare gli ospiti nella nostra città, ma in ogni caso non colorerei questa vicenda di connotati etnici. Ripeto, è stata una scelta concordata sulla base del nome storico dell’edificio".

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