Bimba disabile, la famiglia chiede i danni all’Asl 

Il legale: «Si aspettò troppo per il cesareo, tardivo anche il trasporto a Bolzano» La piccola ha 6 anni ed ha gravi malformazioni: «Siamo stati ignorati per anni»


di Luca Masiello


BRESSANONE. La bambina compie sei anni fra qualche giorno, ma non ha mai potuto usare le sue scarpette nuove; non ha mai goduto del sorriso rassicurante di papà, non si è mai lasciata avvolgere dai seni della mamma, e anche quest’anno non sorriderà davanti alle candeline accese sulla torta. Perché la piccola è venuta alla luce con una serie di gravi malformazioni che la costringono ad essere monitorata ventiquattr’ore al giorno, e secondo i suoi genitori la responsabilità sarebbe dell’equipe dell’ospedale di Bressanone.

«Abbiamo accertato che le gravi condizioni in cui versa la piccola sono causa di un errore del personale medico brissinese, che ha atteso troppo tempo prima di effettuare il taglio cesareo. E ad oggi non abbiamo ancora ricevuto alcuna soddisfazione da parte dell’Azienda sanitaria: un solo cenno, dopo due anni, in cui si chiede di portare la piccola a Bolzano per farla visitare»: l’avvocato Bruno Sgromo non è certo uno sconosciuto nel mondo della giurisprudenza, si occupa esclusivamente di malasanità ed il suo studio è in questo settore il più noto in tutta la Penisola. È a lui che i genitori della bambina si sono rivolti dopo la sua sfortunata nascita.

Mamma è papà vivono nella provincia di Napoli, sette anni fa lei scopre di essere in stato interessante e subito capisce che non sarebbe stata una gravidanza semplice; così decidono di affidarsi alle cure dell’ospedale di Bressanone, in quel posto lontano da casa, ma da tutti riconosciuto come una clinica di grande rilievo. Poche settimane prima del termine, però, la signora non percepisce più i movimenti del suo bambino, si precipita al pronto soccorso di via Dante e i medici le danno ragione: la sonda ad ultrasuoni percepisce solo scarsi movimenti del feto, che risulta oltretutto tachicardico. «Ci sono voluti tre giorni per decidere di effettuare il taglio cesareo, e alla sua nascita la piccolo aveva presentato subito grandi problemi respiratori – continua l’avvocato Sgromo – ma c’è voluta ancora un’ora e quaranta minuti prima che la intubassero e chiedessero il trasferimento in terapia intensiva a Bolzano».

Ad oggi la bambina è seguita in regime di assistenza domiciliare integrata: presenta una tetraparesi spastica, grave ritardo psicomotorio, grave scogliosi, insufficienza respiratoria cronica, lussazione bilaterale delle anche con parziale risalita dei femori e cecità assoluta; in parole semplici, non è in grado di fare nulla autonomamente, è tracheostomizzata, ventilata meccanicamente e alimentata tramite delle sonde.

«Quando la coppia si è rivolta al mio studio abbiamo inviato una richiesta di risarcimento danni all’Azienda sanitaria per arrivare ad una soluzione transattiva della vicenda – spiega l’avvocato Sgromo – abbiamo trasmesso una perizia medico legale di parte, effettuata dal dottor Fabio Foti, ma a distanza di anni nessuno si è fatto vivo. Solo qualche giorno fa il legale che rappresenta l’ospedale ci ha inviato una mail chiedendo che la bambina venisse portata a Bolzano per una visita: una richiesta impossibile da soddisfare, perché la piccola è intrasportabile e invalida al 100 per cento».

Un altro ritardo, dunque, che secondo l’avvocato Sgromo potrebbe portare a risvolti giudiziari che potrebbero andare ben al di là di un risarcimento: «La gestione del caso che ha avuto origine in un rapporto di diritto pubblico, perché l’ospedale è un ente pubblico, si è rivelata assolutamente inidonea e soprattutto antieconomica, visto che si tratta di gestione di soldi pubblici – prosegue il legale – questo ritardo comporta un aggravio per la salute della bambina, che potrebbe beneficiare di cure specialistiche: questo peggioramento sarà imputato a coloro che personalmente hanno concorso al ritardo nella gestione del sinistro, e ogni ulteriore somma di quella che si sarebbe potuta gestire in vista di una definizione transattiva della vicenda saranno imputate all’Asl a titolo di danno all’erario».















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