«Bressanone penalizzata: ci sono pochi alloggi Ipes» 

Il consigliere: «Meno case e più emergenze sociali che in altre città» Il presidente dell’istituto: «Progetti avviati in via Roncato e in zona Landwirt»


di Fausto Da Deppo


BRESSANONE. Due progetti sono stati avviati e “nel giro di 3-4 anni” Bressanone potrà contare su 25 nuovi alloggi Ipes, ma la situazione dell’edilizia sociale in città continua a segnare “riserva” secondo il consigliere comunale Antonio Bova (Forza Italia), che per questo e su questo ha presentato un’interrogazione. Insomma, i progetti che riguardano il risanamento di un edificio storico in centro, in via Roncato, e una palazzina in zona Landwirt secondo Bova non bastano: “Abbiamo meno appartamenti popolari e più ritardi nelle assegnazioni e nelle ristrutturazioni anche rispetto ad altri Comuni”. Bova fa l’esempio di Brunico e va avanti: “Bressanone, poi, segnala una situazione sociale più complessa che in altri centri, con famiglie in situazioni penose che da anni attendono la disponibilità di una casa e una situazione di mercato che complica il tutto con affitti alti”. “Il piano provinciale (per l’edilizia sociale, ndr) ci ha penalizzato - sottolinea Bova - e la mia interrogazione vuol essere uno stimolo e un aiuto al Comune per farsi sentire nei confronti dell’Ipes”.

Ed è il presidente dell’istituto, Heiner Schweigkofler, a dare una prima risposta indicando i due progetti e quella scadenza citati sopra: “In via Roncato, in centro storico, i lavori, con le prescrizioni delle Belle Arti, potranno concludersi in 2, massimo 3 anni. E ci vuole poco di più, 3-4 anni, per inaugurare gli alloggi a Landwirt. Poi, è chiaro che non ci potremo fermare e la situazione degli alloggi di edilizi sociale a Bressanone va e andrà programmata su tempi più lunghi, cinque anni. C’è già un intervento in prospettiva su un terreno... Perché questo è il punto - sottolinea Schweigkofler - ci vogliono i terreni per poter costruire e ogni nuova area va valutata, divisa, va fatto un progetto, va seguita la trafila burocratica. Se a Bressanone ci si lamenta di non aver una programmazione adeguata o sufficiente rispetto alle richieste presenti, si pensi a una città come Merano. Lì di progetti Ipes, al momento, non ce ne sono”.

Sì, però, Bova non si accontenta: “I cantieri saranno anche in calendario, ma ci vorrà tempo per vedere i risultati e per pesarli a livello di impatto sulla realtà locale, ma il problema intanto è che le graduatorie non si muovono, non si sbloccano e chi ha diritto resta ad aspettare e magari deve pagare un affitto fuori portata, pure mettendoci i contributi che sono distribuiti dalla Comunità comprensoriale”. “Ogni anno abbiamo 5 mila domande in provincia - è la replica di Schweigkofler - nelle città, soprattutto, le liste si affollano, ma, ripeto, progetti e programmazione procedono”. Bova, da parte sua, l’interrogazione la riproporrà in consiglio, “perché all’ultima seduta sono arrivato mezz’ora di ritardo per impegni di lavoro e in mezz’ora la seduta era già finita”.

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