Per i bimbi senza asili e scuole si fanno avanti le studentesse 

Un aiuto alle famiglie nell’emergenza coronavirus. Ilaria Chizzoni, 22 anni, è iscritta all’Università Si è messa a disposizione postando la sua proposta su Facebook. E, nelle difficoltà di questi giorni, i genitori l’hanno contattata


Fabio De Villa


Bressanone. Si chiama Ilaria Chizzoni, ha 22 anni ed è originaria di Mantova. È una studentessa universitaria a Bressanone e ha deciso di mettere il proprio tempo libero a disposizione di chi ha bisogno in questa critica fase segnata dall’allarme per il coronavirus. Non potendo più seguire le lezioni di persona e dovendo temporaneamente rinunciare anche alle altre attività extra universitarie, Ilaria ha deciso di dare un aiuto come bambinaia mettendosi a disposizione delle famiglie più in difficoltà in città.

Chiara frequenta il primo anno di Laurea magistrale in Linguistica applicata all’università di Bolzano, nella sede di Bressanone.

Da dove nasce la tua scelta di mettere a disposizione il tuo tempo per le famiglie in città in difficoltà in questi giorni di emergenza?

“Date le recenti disposizioni del ministero riguardo all’emergenza sanitaria nazionale - dice - sto seguendo le lezioni universitarie a distanza, online, ma la maggior parte dei miei impegni extra universitari come incontri accademici, attività sportive e weekend in famiglia sono stati cancellati o rimandati. Mi sono trovata con tanto tempo a disposizione e ho pensato a cosa avrei potuto fare, magari aiutando chi ne ha bisogno”.

Perché hai pensato a un ruolo di aiuto alle famiglie con bambini?

“Ho letto sui social che si cercavano aiuti per chi soffre le conseguenze dell’emergenza sanitaria, vedi appunto le famiglie con bimbi piccoli. Data la chiusura di asili e scuole, con entrambi i genitori al lavoro e i nonni a cui è stato consigliato di non uscire di casa e di osservare strettamente le misure di prevenzione e le cautele, le emergenze nella cura di bimbi piccoli sono forti. Così ho scritto un post sul Facebook del gruppo di Bressanone per offrire il mio aiuto”.

Qual è stato il riscontro che hai ricevuto?

“Subito diverse famiglie mi hanno contattato perché stanno facendo fatica a prendersi cura dei figli e sono contenta di poter aiutare, nel rispetto delle normative del ministero e dei miei impegni accademici. Prevedo di ricevere altre richieste e probabilmente non potrò fare tutto da sola”.

Pensi che la tua idea potrebbe essere seguita da altri tuoi colleghi di studio o da qualche associazione?

“Me lo auguro! Perché immagino che ad avere bisogno non siano solo i cittadini di Bressanone, ma quelli in tutta Italia, perciò chiederò ad amici e coetanei di unirsi all’iniziativa se la ritengono valida”.

Cosa ne pensi di questo allarme globale?

“Virologi, medici ed infermieri parlano chiaro, la situazione è difficile e potrà esserlo fino a primavera inoltrata e non vale chiudere gli occhi e sperare che finisca. Dobbiamo accettare le cose e normalizzare gesti e comportamenti che fino a poco fa ci suonavano assurdi; dai più banali come starnutire nella piega del gomito e contare fino a 20 mentre ci si lava le mani, fino a rinunciare ad aggregazioni inutili. Le crisi sono sfide e le sfide sono opportunità per cambiare le cose”.

Chiara, come hai scelto Bressanone?

“Ho frequentato la triennale in lingue a Modena e ho studiato in Svezia e Germania come studentessa Erasmus. Le esperienze all’estero mi hanno portato a scegliere un contesto internazionale come quello dell’Università di Bolzano, nella sede di Bressanone”.

E come ti trovi qui?

“Molto bene. Sono soddisfatta degli studi e sono contenta di vivere in questa cittadina. Partecipo come volontaria all’organizzazione del Festival della Sostenibilità di Unibz, cosa che mi sta permettendo di conoscere tante piccole realtà locali che si impegnano nella tutela e nella salvaguardia dell’ambiente”.

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