Vipiteno difende l’ospedale «Rilancio e più chiarezza» 

Sindaci in campo. Si punta sul centro mamma-bimbo e sulla riabilitazione neurologica Intanto ginecologia è diventata unità semplice. Il 27 attesi in Alta Val Isarco Widmann e Zerzer


Fausto Da Deppo


Vipiteno. Il 27 gennaio è la data che aspettano in Alta Val d’Isarco per saperne di più sul futuro dell’ospedale di Vipiteno. Soprattutto per avere più certezze, “dopo che il 22 dicembre scorso – dice il sindaco di Vipiteno Peter Volgger – la ginecologia locale è stata riclassificata come unità semplice e come tale a questo punto dipende a livello organizzativo da Bressanone. Una decisione presa dall’Asl, ci hanno spiegato i politici. Una decisione politica, ci ha risposto l’Asl. Di fatto – continua Volgger – noi sindaci della valle non siamo stati informati”.

Per questo il 27 sono attesi l’assessore provinciale Thomas Widmann e il direttore dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige Florian Zerzer, per informare gli amministratori locali, per illustrare prospettive e progetti. Intanto, Volgger ha sentito Christine Zelger, la direttrice del comprensorio sanitario di Bressanone, e la primaria di ginecologia e ostetricia a Bressanone Sonia Prader: “Mi hanno rassicurato che i reparti a Bressanone e Vipiteno continueranno a lavorare insieme, ma intanto, come unità semplice, la nostra ginecologia non è più così attrattiva per specialisti interessati a lavorare qui”.

E poi Vipiteno chiede garanzie “su autonomia di budget e gestione del personale” per andare avanti in linea con un servizio che, a livello di ginecologia e ostetricia, sottolinea ancora Volgger, “era conosciuto apprezzato ben oltre i confini provinciali e regionali”.

Da anni, invece, non si partorisce più in Alta Val d’Isarco e il sindaco torna sulla questione come a una priorità da riconsiderare: “Bisogna riaccogliere le donne per i parti a Vipiteno, lo dice anche la legge europea che indica l’esigenza di un punto nascite raggiungibile entro 30 minuti da casa. Tra distanze e problemi di traffico, le madri di Fleres o Racines sono troppo distanti da Bressanone”. Quindi, guarda al progetto di rilancio della ginecologia attraverso la realizzazione di un centro mamma-bambino, “per offrire un servizio di assistenza completo e di livello nelle settimane dopo il parto. Insomma, se devono andare a partorire a Bressanone, le donne residenti in Alta Val d’Isarco possono almeno tornare qui ed essere ospitate e seguite in tutto assieme al neonato”.

E, a proposito di rilancio, l’ospedale di Vipiteno punta anche sullo sviluppo di un centro di riabilitazione neurologica “che possa diventare riferimento per tutta la provincia. Abbiamo medici importanti – afferma ancora Volgger – un centro del genere sarebbe decisivo e lo possiamo gestire. Ci sono sette ospedali in Alto Adige. In ciascuno penso che dovrebbero essere garantiti i servizi base e offerte specializzazioni valide su scala provinciale. Non va centralizzato tutto o nasceranno altri problemi, vedi il traffico di accesso al San Maurizio di Bolzano. E senza ottenere i risparmi previsti: togliendo i parti a Vipiteno non si sono ottenuti gli attesi tagli di spesa”.













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