sanità

Case di riposo, 400 letti vuoti per mancanza di personale

La denuncia del sindaco di Laives: “La situazione sta diventando sempre più esplosiva. 400 famiglie che hanno i loro anziani a casa e si trovano in forte difficoltà ad assisterli”



BOLZANO. «La situazione sta diventando sempre più esplosiva: nelle case di riposo altoatesine abbiamo oltre 400 letti tenuti vuoti, perché manca il personale». Il problema è noto, a sollevarlo stavolta è il sindaco di Laives Christian Bianchi che, nel caso specifico, parla come vicepresidente del Comprensorio Oltradige-Bassa Atesina. In Alto Adige ci sono 76 residenze per anziani per un totale di 4.600 posti; significa che i preziosissimi letti tenuti vuoti sono circa il 10%. Percentuale destinata ad aumentare, visto che il personale non si trova. Ciò a fronte di liste d'attesa che si allungano ogni giorno: solo a Bolzano ci sono circa 250 domande.

«Significa - dice Bianchi - 400 famiglie che hanno i loro anziani a casa e si trovano in forte difficoltà ad assisterli. Chi può - sobbarcandosi costi notevoli - si affida alle badanti; altri devono chiedere part-time, permessi, periodi di aspettativa, in attesa che un giorno si liberi un posto in casa di riposo. Perché? Non si trova personale. La carenza di figure dotate di attestato di bilinguismo, la concorrenza con le case di cura private, il costo degli alloggi, rendono il lavoro di infermieri, operatori socio-sanitari e operatori socio-assistenziali poco interessante, soprattutto se svolto con un contratto pubblico».

La deroga sul bilinguismo

Per cercare di venire incontro agli anziani bisognosi di assistenza e alle loro famiglie, le comunità comprensoriali chiedono da oltre un anno alla Provincia di poter derogare sull'attestato di bilinguismo, applicando la stessa misura adottata per risolvere un problema analogo nella sanità. In concreto si vorrebbe che, come avviene per i medici, anche al personale dell'assistenza che opera nelle case di riposo vengano concessi cinque anni di tempo, dopo l'assunzione a tempo determinato, per conseguire l'attestato di bilinguismo.

«Quando già un anno e mezzo fa, abbiamo chiesto come Comunità comprensoriali all'assessora provinciale Deeg di consentire la deroga, ci è stato spiegato che la cosa - in base alle norme in vigore - si poteva già fare. Le verifiche effettuate dagli uffici legali, hanno però escluso che si potesse rinviare ad un secondo momento, il conseguimento dell'attestato. Risultato: continuiamo a tenere oltre 400 posti letto vuoti. Scelta obbligata e al tempo stesso folle. Innanzitutto per il disagio provocato agli anziani stessi e alle loro famiglie, ma anche pensando a quanto è stato speso, negli anni scorsi, per costruire le case di riposo. In questa situazione è assurdo pensare di realizzare nuove strutture, oltre che per i costi, per l'impossibilità di trovare il personale necessario per farle funzionare».

Avanti con le precettazioni

Anche Liliana Di Fede, direttrice di Assb che a Bolzano gestisce quattro strutture, conferma la gravità della situazione. «Siamo - ammette - continuamente in affanno, perché il personale non si trova e quello che c'è, viene conteso tra Servizi sociali, Asl, case di cura private; oltre che dai Paesi vicini come Austria, Germania, Svizzera, dove gli stipendi sono più alti. Questo ci impedisce di sfruttare l'intera capienza delle strutture».

Anche per la direttrice di Assb è urgente che - a livello politico - si faccia un discorso complessivo: «Bisogna prevedere una deroga, come avviene per i medici, sull'attestato di bilinguismo. Ma bisogna anche ragionare sull'altro problema, ovvero i costi degli alloggi, che rende di fatto impossibile reperire personale. In questa situazione, chi gestisce case di riposo è costretto a ricorrere alle precettazioni, che consentono di assumere a tempo determinato personale senza patentino e di prorogare poi i contratti. In realtà, l'ultima delibera in materia di servizi sociali sembrerebbe prevedere dei margini per derogare - anche nel nostro settore - al bilinguismo: si stanno facendo una serie di verifiche giuridiche al riguardo. Per il momento comunque tutti continuano ad usare lo strumento della precettazione senza il quale non riusciremo a garantire i servizi».Nelle prossime settimane, in consiglio provinciale, si discuterà una mozione di Marco Galateo, consigliere provinciale di FdI, che impegna la giunta a prevedere, anche per gli infermieri come già avviene per i medici, più tempo per ottenere il patentino di bilinguismo. «Data la situazione complessiva - commenta - sono convinto che verrà approvata». A.M.













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