Energia

Gas: cosa cambia dall'1 gennaio. Sul mercato libero più offerte

Tabarelli, presidente Nomisma Energia: «Addio al mercato tutelato anche dell’energia ma solo dal primo luglio. Chi non sceglie comunque, rischia il taglio delle forniture»


Antonella Mattioli


BOLZANO. Dopo anni di rinvii, da lunedì primo gennaio 2024 si chiude il mercato tutelato - introdotto provvisoriamente nel 2007 - per quanto riguarda il gas; mentre slitta dal primo aprile al primo luglio sempre del prossimo anno, l'addio al mercato tutelato dell'energia elettrica. Una misura decisa dal Consiglio dei ministri all'inizio di dicembre, dopo che l'Unione europea ha vincolato l'ottenimento della terza rata dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza al passaggio al mercato libero.

Cosa deve fare il consumatore e se non fa niente cosa succede?

Lo abbiamo chiesto a Davide Tabarelli, originario della Val di Non e bolognese d'adozione, fondatore e presidente di NE-Nomisma Energia, società di ricerca sull'energia e l'ambiente.

«La prima cosa che dico è: niente panico. Nel senso che se anche un utente non fa nulla, non rischia assolutamente di vedersi tagliare le forniture di gas o energia elettrica. Semmai gli arriverà una bolletta diversa da quella precedente, perché sarà il suo fornitore a scegliere l'offerta, comunicando le nuove condizioni contrattuali. Ma i costi rimarranno di fatto invariati».

E allora qual è lo scopo di chiedere ai cittadini di passare dal mercato tutelato a quello libero?

Si va sempre più verso la liberalizzazione dei mercati, per favorire la concorrenza. L'utente in questo modo potrà scegliere il fornitore rispettivamente di gas ed energia elettrica che più si addice alle proprie esigenze. Ci sono diverse offerte. Eviterei quelle che propongono sconti strabilianti.

Ma l'utente risparmierà passando dal tutelato al libero mercato?

In linea di massima il mercato libero è un bene. Tanto che lo scorso anno, quando c'era stata l'esplosione delle bollette, chi era sul mercato libero ha risparmiato il 30% sull'energia. Nei momenti di stabilità però, non ci possono essere grandi differenze, perché sia chi opera sul libero che sul tutelato prende la materia prima sullo stesso mercato.

Quanti sono gli utenti domestici interessati al passaggio?

In Italia, per quanto riguarda l'energia, abbiamo 30 milioni di utenti domestici, di questi 21 milioni sono già passati in questi anni al mercato libero. Ne restano 9 milioni di cui la metà rientrano nelle categorie vulnerabili o di over 75 che non devono fare assolutamente nulla. Rimangono dunque circa 4 milioni e mezzo di utenti domestici che, per una questione di pigrizia, non sono ancora passati al libero mercato. Per quanto riguarda il gas, ci sono 20 milioni di utenti. Quelli che non sono ancora passati al mercato libero sono circa 6 milioni. Cifra dalla quale bisogna sempre togliere over 75 e categorie vulnerabili.

Quanto incidono oggi sulla spesa di una famiglia tipo (quattro persone) le bollette?

Calcolando spese complessive per circa 32 mila euro l'anno, per le bollette della luce si arriverà a spendere circa 600 euro, pari quindi al 2,5%; il gas, varia molto a seconda della zona geografica, ma siano sui 1000-1400 euro all'anno.

Parliamo di carburanti come si spiega il calo dei prodotti petroliferi, nonostante tre guerre in corso: Ucraina, Israele, Mar Rosso?

La Cina che cresceva al ritmo di 7/8 punti percentuali all'anno di Pil, sta rallentando; l'Ue è in recessione. A fronte di un calo della domanda, c'è un aumento dell'offerta da Stati Uniti e Brasile: quest'ultimo sta mettendo in produzione un enorme giacimento di petrolio scoperto anni fa e battezzato "Anita Garibaldi".

Anche per quanto riguarda il gas, dopo l'impennata dovuta alla guerra in Ucraina e alla riduzione delle forniture dalla Russia, i prezzi sono scesi.

Abbiamo trovato nuove fonti di approvvigionamento in Algeria, Azerbaigian, in parte anche in Libia. Importiamo gas liquido dagli Stati Uniti che poi deve essere rigassificato prima di essere immesso in rete. I costi sono elevati anche in termini ambientali. In Adriatico ci sono grandi giacimenti di gas, ma c'è l'opposizione alle trivelle. E quindi non si può che continuare ad importare gas da altre parti del mondo.













Altre notizie

Attualità