scenari

Giunta, il Pd continua a crederci ma sul pressing di Roma è diviso

Bettio: «Il centrosinistra è stabile, la destra italiana ha perso consensi. Le trattative saranno solo locali» Nel partito c’è però chi tiene un filo continuo con Schlein e Bonaccini. Spagnolli: «Serve coerenza. Sì a Verdi e TeamK»


sara martinello


BOLZANO. Nonostante le quotazioni siano a favore del centrodestra, il Partito democratico crede nella possibilità di tornare in giunta. Un po’ perché il centrosinistra esce dal voto delle provinciali più stabile rispetto al centrodestra italiano, sceso a tre seggi dai cinque del 2018. Poi perché i Freiheitlichen (già penalizzati dai numeri: gli eletti sono due) sono attraversati da una crisi al vertice.

«Rispettare l’Autonomia»
In ogni caso, i dem dovrebbero tenersi stretto almeno uno tra i grandi partiti di area. Perciò nel Pd ripetono che lo schema ideale sarebbe per loro quello delle scorse elezioni politiche, con i Verdi e il TeamK. E rivendicano una dimensione solo locale per le trattative in partenza il 13 novembre prossimo, «senza interventi del nazionale, nel rispetto dell’Autonomia», la dichiarazione del segretario Carlo Bettio che trova una sponda nei Verdi (netta Brigitte Foppa: «Ingerenze romane sarebbero inaccettabili») oltre che nel senatore Luigi Spagnolli. Anche se nel Pd c’è chi non disdegna la possibilità di giocarsi la carta di un intervento del Nazareno, o meglio del presidente dell’assemblea nazionale Stefano Bonaccini, legato ad Arno Kompatscher da un rapporto di stima. Come risposta a Lega e FdI che nelle trattative schierano i ministri Calderoli e Lollobrigida.

Le rivendicazioni del Pd
Secondo Bettio, scegliere il centrosinistra sarebbe per la Svp «una scelta di coerenza, di riconoscimento politico della partecipazione al voto, per non frustrare ulteriormente l’elettorato». Nel partito si ragiona anche sulla prospettiva europeista, su comuni valori fondanti, sulla speranza in un cambio di direzione della Volkspartei dopo gli anni delle lacerazioni interne. Spagnolli escluderebbe l’ingresso in una maggioranza con la Lega: «Io sono per la coerenza: sì a Verdi e TeamK».

I possibili alleati
Nella valutazione degli scenari, gioca a favore dell’opzione TeamK la maggiore solidità di una maggioranza di 19 consiglieri anziché di 18. Paul Köllensperger avverte: «Non faremo da stampella in cambio di un posticino». Cioè: in maggioranza solo se la Svp farà una proposta valida. «Parliamo del costo della casa, degli stipendi, di un’economia industriale, non solo rurale o turistica», spiega Köllensperger. Su Fratelli d’Italia ribadisce: «È un partito nazionalpopulista con idee non compatibili con la nostra visione della società, né con l’idea di comunità di Kompatscher». Anzi, sarebbe contraddittorio, secondo Brigitte Foppa, «che Kompatscher avesse in maggioranza chi nega la crisi climatica». Nessuna ideologia, prosegue: «Quella di essere ideologici è un’accusa che non sento da almeno cinque anni. Noi non lavoriamo così». Brigitte Foppa gode della fama di consigliera «irreprensibile» sul metodo democratico e ha al suo fianco Madeleine Rohrer, che ha già lavorato in una giunta Verdi-Svp a Merano.

L’ipotesi di giunta
Una maggioranza Svp-centrosinistra potrebbe includere i 13 consiglieri della Volkspartei, Sandro Repetto del Pd e Angelo Gennaccaro della Civica, poi o i Verdi (3 seggi) o il TeamK (4).
I quattro partner si spartirebbero i nove posti della giunta (tre riservati a donne) e la presidenza del Consiglio provinciale. Sembrano sicuri quindi sette esponenti della Svp (Arno Kompatscher, il ladino Daniel Alfreider, Philipp Achammer, Hubert Messner, Rosmarie Pamer, Peter Brunner, con Waltraud Deeg invece di Luis Walcher in quanto donna).
Il TeamK potrebbe portare in giunta Maria Elisabeth Rieder, i Verdi Brigitte Foppa. Il seggio del gruppo italiano e quello di presidente potrebbero essere assegnati a Repetto e a Gennaccaro, non necessariamente in questo ordine. C’è anche chi suggerisce un’ipotesi più fantasiosa, cioè che per sparigliare tutte le attese la Svp faccia una maggioranza con tutti i partiti italiani, senza partner interetnici o tedeschi a contenderle il primato sulla rappresentanza del gruppo tedesco.













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