l’indagine

Istat, l'Alto Adige invecchia ma un po' meno dell'Italia

E cala in provincia anche la crescita naturale, ossia il rapporto fra i nuovi nati e i decessi



BOLZANO.  La popolazione censita nella provincia di Bolzano al 31 dicembre 2019 ammonta a 532.644 unità, con un aumento di 2.331 abitanti (più 4,4 per mille) rispetto all'anno precedente e di 28.001 abitanti (più 6,8 per mille in media ogni anno) rispetto al censimento 2011.

È uno dei dati ricavati dalle prime due rilevazioni del Censimento permanente della popolazione svolta dall'Istat nel corso del 2018 e del 2019. I dati, spiega l'Istituto di statistica, "registrano, anche per la popolazione della provincia di Bolzano, la diminuzione di capacità di crescita per effetto della riduzione della natalità".

La struttura per genere della popolazione residente si caratterizza per una lieve maggiore presenza di donne, che sono 269 mila, il 50,5% del totale. "Il confronto con i dati del Censimento 2011 - prosegue la nota dell'Istat - evidenzia un progressivo invecchiamento 'dall'alto', con riferimento alla piramide dell'età, della popolazione".

L'età media sale da 40,9 anni del 2011 a 42,6 del 2019 (in media Italia da 43,3 a 45,2); l'indice di vecchiaia (% popolazione in età 65 e più / popolazione in età 0-14) passa da 111,1 a 126,9; l'indice di dipendenza degli anziani (% popolazione in età 65 e più / popolazione in età 15-64) passa da 28,1 a 30,7.

Il comune più giovane è Velturno/Feldthurns, con una età media di 38,4 anni; quello più vecchio è Predoi/Prettau, dove l'età media è pari 46,5 anni. Nel periodo 2011-2019 la popolazione di cittadinanza straniera è aumentata del 3,1% in media ogni anno.

L'età media degli stranieri è più bassa di 8,3 anni rispetto a quella degli italiani (35,1 anni contro 43,3 nel 2019). Nel 2019 circa due terzi (62,4%) degli stranieri residenti proviene dall'Europa, il 14,1% è originario di un paese africano mentre i cittadini di Asia e America rappresentano, rispettivamente, il 19,1% e il 4,3% del totale. I cittadini albanesi sono l'11,7% del totale degli stranieri residenti e costituiscono la comunità straniera più numerosa, seguiti da tedeschi (8,7%) e pakistani (7,3%).

A livello nazionale il nuovo record di poche nascite (404 mila) e l'elevato numero di decessi (746 mila), mai sperimentati dal secondo dopoguerra, aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese.

Il deficit di "sostituzione naturale" tra nati e morti (saldo naturale) nel 2020 raggiunge -342 mila unità, valore inferiore, dall'Unità d'Italia, solo a quello record del 1918 (-648 mila), quando l'epidemia di "spagnola" contribuì a determinare quasi la metà degli 1,3 milioni dei decessi registrati in quell'anno . Lo rileva l'Istat nel report "La dinamica demografica durante la pandemia covid-19- anno 2020".

Il deficit dovuto alla dinamica naturale - spiega l'Istat - è riscontrabile in tutte le regioni, perfino nella provincia autonoma di Bolzano (-313 unità), che negli ultimi anni si è caratterizzata per il suo trend positivo in termini di capacità di crescita naturale grazie a una natalità più alta della media. Il tasso di crescita naturale, pari a -5,8 per mille a livello nazionale, varia dal -0,6 per mille di Bolzano al -11,3 per mille della Liguria. Le regioni che più delle altre vedono peggiorare il saldo naturale (oltre il 4 per mille in meno rispetto al 2019) sono la Valle d'Aosta (-8,6 per mille) e la Lombardia (-6,7 per mille); solo la Calabria (-3,9 per mille) si assesta su valori simili a quelli del 2019.













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