Acquedotto, ancora guai Perdite fino al 40 per cento  

La rete idrica. Dei due milioni di metri cubi annui, fino a 800 mila non arrivano alle utenze Le qualità organolettiche però sono ottime, stando alle analisi di Ecocenter, Asl e Provincia



Laives. Il servizio di distribuzione dell’acqua potabile è un fiore all’occhiello del Comune di Laives. «Per questo – garantisce il vicesindaco e candidato di punta dell’Svp Giovanni Seppi – anche in futuro, per quel che ci riguarda dovrà continuare a essere gestito direttamente da noi e non verrà affidato a Seab, come ipotizzato in passato».

Unico problema, le perdite di acqua potabile, che hanno raggiunto circa il 40 per cento degli oltre due milioni di metri cubi d’acqua potabile distribuita ogni anno fra le utenze di Laives. «Questo è effettivamente un grosso problema – dice a sua volta Heinrich Filippi, capocantiere del Comune – determinato in parte dal fatto che alcuni tratti dell’acquedotto sono vetusti, ma soprattutto dalle correnti vaganti nel sottosuolo, che sono in grado di perforare le tubazioni metalliche. Fortunatamente sappiamo dove questo avviene e a mano a mano sostituiamo i tratti con tubazioni in polietilene o in ghisa, che resistono meglio. Inoltre, quelle in ghisa, essendo cementificate internamente, non danno luogo al fenomeno dell’intorbidimento dell’acqua quando si verificano sbalzi di pressione e di velocità nei tubi, fenomeno che fa staccare il calcare, responsabile del colore giallastro dell’acqua che esce dai rubinetti. Va detto però che parte delle perdite si verifica nei tratti degli allacciamenti privati e non lungo la rete comunale». A proposito, il vicesindaco aggiunge che, con procedura di massima urgenza, ha autorizzato importanti lavori di sostituzione dei tubi perdenti nella parte meridionale della zona industriale.

Per il resto, l’acqua potabile di Laives ha qualità organolettiche eccellenti e lo confermano le analisi che vengono fatte costantemente, sia alle fonti sia nei serbatoi di stoccaggio e presso le utenze, pubbliche e private. Sono effettuate sia da Eco Center sia dalla sanità e dalla Provincia lungo tutta la rete dell’acquedotto (55 chilometri). «Possiamo dire che l’acqua di Laives è di tre tipi – continua Filippi –. A San Giacomo è leggermente dura, corrispondente a 16 gradi francesi ed è simile a quella di Bolzano. Quindi quella delle sorgenti Weingarten e Unterosser a La Costa-Seit, acqua più leggera e molto buona, e infine Laives città, con acqua che contiene calcio in quantità lievemente superiori. L’approvvigionamento avviene attraverso le due sorgenti di La Costa e sei pozzi: quattro nel territorio di Laives e due a San Giacomo. La qualità è anche garantita dal fatto che dalla captazione nel sottosuolo fino all’uscita dai rubinetti l’acqua non vede mai la luce. Questo contribuisce a mantenerla sterile, tanto che nel nostro acquedotto non utilizziamo il cloro. Aggiungo che tre grandi ditte operanti nel settore alimentare presenti a Laives certificano i loro prodotti con la qualità della nostra acqua potabile utilizzata nella produzione». Da qualche anno è anche attiva una collaborazione con l’Università di Bolzano per il settore idrico. «Uno studente ha fatto la tesi sul nostro acquedotto e grazie a questo è possibile simulare gli effetti degli interventi e delle modifiche. L’Università ci fornirà il programma per prevenire qualunque reazione in base alle tipologie di intervento e quindi regolarci di conseguenza».













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