Covid, mini-lockdown a Laives Focolaio in Comune: 10 positivi 

Il punto col vicesindaco. Seppi: «Coinvolti la polizia locale, il cantiere comunale e cinque impiegati amministrativi» Saranno chiuse per due settimane scuole, bar e ristoranti. I positivi sono 313 mentre salgono a 617 le persone in quarantena


Massimiliano Bona


Laives. Laives, da domani, vivrà un mini-lockdown. Ciò significa, in concreto, chiusura totale di scuole, bar e ristoranti per 14 giorni e spostamenti da e verso i Comuni solo in casi di estrema necessità. Ieri al vicesindaco Seppi e al sindaco Bianchi è arrivata una chiamata dalla Provincia, che di fatto anticipa l’ordinanza di Kompatscher attesa per oggi, e che inserisce appunto la cittadina della Bassa Atesina fra i centri a rischio assieme a Sarentino, Campo di Trens, Racines e Malles. Dopo il focolaio alla Schola Cantorum (24 coristi positivi) e la chiusura di diverse scuole e asili a Laives è scoppiata la grana Covid anche in Comune. «I contagiati - spiega il vicesindaco Seppi - che lavorano in municipio sono 10. Ma i servizi vengono garantiti».

Vicesindaco, tra i positivi ci sono vigili urbani, addetti al cantiere comunale e impiegati...

«Sì, certo. Sono dati che conosciamo e che monitoriamo giorno per giorno. Oltre alla polizia locale, con un paio di addetti, sono stati colpiti anche 5 amministrativi».

Ci sono dirigenti che chiedono tamponi rapidi. State valutando?

«Sono quotidianamente in contatto con la Provincia ma intanto è stato individuato un sito per i tamponi rapidi in zona Lido. Il medico ha già fatto un primo sopralluogo con l’assessora Furlani e la zona è stata ritenuta idonea. A breve immagino che potremo soddisfare le richieste».

Ieri pomeriggio Laives è stato inserito nei cosiddetti Comuni-Cluster (zone rosse) per un mini-lockdown. Sorpreso?

«Le misure dovrebbero scattare da sabato ma per esprimermi voglio analizzare attentamente il testo dell’ordinanza del governatore altoatesino Kompatscher».

Quale sarà il problema maggiore?

«Ne vedo uno in particolare, quello del pendolarismo. Il 70 per cento dei laivesotti lavora a Bolzano. Tra l’altro, a parte il focolaio della Schola Cantorum, non ci sono zone ben precise da isolare».

Già ma il virus ha attecchito da giorni in parecchie scuole, tanto che molte sono chiuse e stanno facendo da tempo didattica a distanza.

«Vero, ma a parte studenti e coristi non ci sono altri focolai ben identificabili».

I numeri, però, fanno paura: 313 positivi e 617 in quarantena...

«Vero. Anche in giunta ci sono stati due contagiati e non abbiamo fatto una sola riunione al completo dal nostro insediamento».

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