Il nido di via Sauro scoppia Venti le domande respinte 

Le richieste di ammissione sforano il limite. Il Comune cerca soluzioni alternative Furlani: «Ci saranno spazi adeguati nella nuova zona scolastica di San Giacomo»


di Bruno Canali


LAIVES. Sono una ventina le domande di ammissione all’asilo nido comunale di Laives (in via Nazario Sauro, all’ingresso della zona scolastica) che nell’ultima graduatoria non hanno potuto essere accolte. Il servizio per la prima infanzia, insomma, rimane fra quelli più gettonati anche a livello locale, e non potrebbe essere altrimenti in una società dove ci sono tante giovani famiglie, con entrambi i genitori che lavorano e i figli molto piccoli da accudire. Nominalmente, il nido comunale di Laives può accogliere fino a una sessantina di utenti ma, come detto, le richieste di ammissione sono di più. Il nido comunale di via Nazario Sauro è anche l’unico del territorio di Laives direttamente gestito dal Comune. Esiste poi la Casa bimbo-Tagesmutter a San Giacomo (sopra la farmacia Bertazzoni), con una quindicina di posti nominali.

Così l’amministrazione comunale deve adottare altre soluzioni, come quella recente di convenzionarsi con la cooperativa Xenia per avere tre posti nella microstruttura “Fiera”, a Bolzano, una soluzione che va bene per famiglie i cui genitori lavorano nel capoluogo e che quindi non hanno problemi a portarci i bambini. Di ampliamento dell’asilo nido in via Nazario Sauro intanto non si parla. Del resto, non molti anni fa era stato ingrandito per recuperare più spazio possibile. Però, nel medio termine, potrebbe arrivare una risposta efficace: vi accenna l’assessora Claudio Furlani, cui compete il settore del sociale. «Nel grande progetto che riguarderà il rifacimento della zona scolastica a San Giacomo prevediamo di predisporre gli spazi per un asilo nido con adeguata capienza. Questa soluzione potrà rispondere efficacemente alle esigenze delle famiglie, e non solo di quelle residenti a San Giacomo. Per quanto concerne invece la convenzione con una cooperativa che gestisce microstrutture, attualmente non c’è alternativa».

Prima di vedere la nuova zona scolastica di San Giacomo (opera finanziata a metà fra Laives e Bolzano) passeranno alcuni anni. Intanto, posto che non c’è all’orizzonte l’ipotesi di ampliare nuovamente il nido comunale (lo spazio rimasto è ormai il minimo indispensabile), l’unica soluzione rimane quella delle cooperative, come sono Casa bimbo o Xenia. Un tempo si parlava anche di una superficie in zona Toggenburg 1 a Pineta dove avrebbe potuto trovare posto un asilo nido, anche questa un’idea che però pare tramontata. Anche a Pineta monte, fra la zona Toggenburg 1 e la Toggenburg 2, sono oramai tante le giovani famiglie che hanno edificato alloggi in cooperativa. In futuro, quindi, è prevedibile che si manifesterà pure a Pineta l’esigenza di una struttura di accoglienza per la prima infanzia, sia questa direttamente gestita dall’amministrazione comunale oppure affidata in gestione a qualche cooperativa.















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