Le restrizioni anti-Covid fanno crollare i matrimoni 

Il «Sì» durante la pandemia. Nel 2020 si è registrato un calo del 23 per cento rispetto al 2019 Stabile la percentuale delle cerimonie in municipio. Paolazzi: «Le coppie hanno il morale a terra»


Bruno Canali


Laives. Nell’era del Covid, anche unirsi in matrimonio è diventato un problema. Il susseguirsi di decreti di fatto impedisce assembramenti e laddove sia possibile incontrarsi occorre rigorosamente indossare la mascherina. Per il momento non si può nemmeno parlare di cerimonie con parenti e amici, come è durante i matrimoni, né (men che meno) di pranzi al ristorante, così come non è concesso un viaggio di nozze fuori dal proprio comune. Insomma, alla luce di tutte queste limitazioni, chi aveva programmato il matrimonio in questo sfortunato periodo ha preferito rinviare la cerimonia in attesa di tempi migliori.

Calano i matrimoni, sia quelli religiosi sia quelli civili, anche a Laives. La conferma arriva dai dati a disposizione dell’ufficio anagrafico comunale: nel 2020, complessivamente i matrimoni registrati sono stati 62, 23 dei quali con rito civile in municipio, e gli altri in chiesa oppure in altri comuni. Una piccola parte sono state le iscrizioni da parte di stranieri che hanno ricevuto la cittadinanza.

Nel 2019, quando ancora non si sapeva che cosa fosse il Covid, complessivamente a Laives sono stati registrati 81 matrimoni, dei quali 30 civili, in municipio. Gli altri sono stati celebrati in chiesa o sono stati contratti fra residenti che si sono sposati altrove. Anche a Laives diverse coppie che avevano intenzione di unirsi in matrimonio civile hanno deciso di aspettare: in questo senso è andata un po’ meglio durante la scorsa estate con l’allentamento delle restrizioni, ma poi si è fermato tutto, o quasi.

Conferma questa situazione anche chi opera nel settore, come il negozio “Elfer sposa”, a San Giacomo, che opera in questo campo da decenni. «Attualmente ho 24 prenotazioni in agenda – dice Elda Paolazzi, la titolare, che è anche fiduciaria dei commercianti locali –, tutte ragazze che hanno in programma di sposarsi. Vengono, scelgono il vestito, lasciano un acconto ma intanto non fissano date per la cerimonia. Addirittura una ha previsto di sposarsi nel 2022 sperando che per allora sia tornata la normalità. Certo, anche per loro il morale è a terra anche perché diverse coppie avevano già organizzato per tempo gran parte della cerimonia, scegliendo vestito, fiori, ristorante e tutto ciò che accompagna questo speciale giorno della vita di una coppia. È andata meglio fra agosto e settembre dello scorso anno, quando ci si poteva muovere di più, mentre le previsioni da aprile a luglio di quest’anno, periodo nel quale tradizionalmente si celebra gran parte dei matrimoni, sono tutte sospese a causa dell’incertezza assoluta nella quale ci troviamo per via del Covid. C’è anche chi ha acquistato il vestito da sposa e poi farà il matrimonio civile in municipio con un numero minimo di invitati, prevedendo di fare la cerimonia ufficiale in chiesa quando sarà possibile. Purtroppo questa è la situazione».

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