Nido, parte un’indagine che “misura” la necessità 

Infanzia. Operatrici al telefono per conoscere la situazione delle famiglie e stabilire la priorità Furlani: «La Provincia indichi un protocollo, altrimenti non potremo riaprire il 18 maggio»



Laives. Dal 18 maggio le strutture per l’infanzia potranno riaprire progressivamente. Dunque anche il nido comunale di via Nazario Sauro, servizio di competenza diretta del Comune. L’obiettivo rimane quello di fornire un supporto concreto a tutte le famiglie con bambini fino ai tre anni d’età coi genitori impegnati nel lavoro, quindi bisognose di mani sicure cui affidare i piccoli.

«Se ne è parlato anche in una riunione dell Consorzio dei Comuni – dice il sindaco Christian Bianchi – ma non è ancora chiaro come e, sopratutto, con chi. La legge appena firmata dal presidente Arno Kompatscher prevede che, nel caso i bambini siano al di sotto dei sei anni d’età, non si potranno formare gruppi superiori alle quattro unità e che si evitino i contatti fra i gruppi stessi. È evidente che serviranno parecchie assistenti per seguire i gruppetti e ad oggi non è chiaro come reperire tali figure. Sono in contatto con Bolzano per accordarci in maniera da trovare un modo uguale di affrontare e gestire questa emergenza».

Intanto le operatrici dell’asilo nido stanno contattando le famiglie per poi poter stilare una graduatoria che si baserà sull’effettivo bisogno di affidare a una struttura i figli piccoli. «Questa selezione è indicata anche nella legge provinciale – aggiunge a sua volta Claudia Furlani, assessora alle attività scolastiche – e il nido comunale, con una capienza nominale di una sessantina di posti, probabilmente non potrà accontentare tutte le richieste che potrebbero arrivare. Bisogna che la Provincia stabilisca un protocollo chiaro per tutti e che indichi le possibili soluzioni. Noi, come Comune, non disponiamo di esperti in grado di dirci come vada svolto il servizio presso il nido. Penso a tutta una serie di problematiche legate alla sicurezza contro i contagi: dall’arrivo dei bambini la mattina, al cambio dei pannolini da parte delle operatrici, alla gestione dei microgruppi. Serviranno probabilmente i certificati medici, sia per le operatrici, sia quelli dei pediatri per i bambini. È chiaro che altrimenti basterà anche un solo caso sospetto di positività al coronavirus per dover chiudere tutto nuovamente. Insomma, prima di aprire bisogna avere chiare tutte queste cose e sapere come gestirle. È assolutamente necessario un intervento della Provincia che indichi regole chiare di comportamento in questa particolare situazione. Intanto stiamo contattando le famiglie, anche per sapere che cosa intendano fare, per poi avere una graduatoria in base al bisogno. Ma non me la sento di garantire al cento per cento che dal 18 maggio il servizio potrà riprendere».

Prima che si scatenasse la pandemia era sorta una polemica in merito alle richieste di ammissione al nido che non potevano essere accolte per mancanza di spazi al. La soluzione individuata dall’amministrazione comunale è quella di utilizzare alcuni locali attualmente vuoti presso la scuola elementare di Pineta, per allestire lì una nuova sezione di asilo nido. L’arrivo del coronavirus però ha frenato il progetto.













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