Lavori

A Merano tolgono i cordoli ai marciapiedi: «Un rischio per tutti i pedoni» 

Barriere architettoniche da eliminare: il Comune al lavoro in diversi punti della città per favorire la mobilità di tutti. Ma l’ingegner Franco Fietta lancia l’allarme: «L’abbassamento senza protezione si trasforma in pericolo anche per i disabili»


Jimmy Milanese


MERANO. In queste settimane il Servizio manutenzione immobili e cantiere comunale ha dato incarico alla ditta Erdbau di provvedere alla eliminazione di una serie di barriere architettoniche presenti in corrispondenza degli attraversamenti pedonali. In sostanza, interventi di abbassamento del marciapiede a livello della carreggiata al fine di permettere il transito di persone in carrozzina. Una decisione, quella presa dall’amministrazione comunale, che sicuramente va nella direzione di rendere la città a misura di cittadino diversamente abile. Inabilità che, è bene ricordarlo, in presenza di barriere architettoniche obbliga o induce questi cittadini a rimanere confinati nelle proprie case.

Non certo per limitare la libertà di circolazione delle persone diversamente abili, sulla questione prende parola l’ingegner Franco Fietta, invocando che interventi come questi non siano però realizzati con soluzioni potenzialmente pericolose per tutti i pedoni. «Il marciapiede è una parte della strada esterna alla carreggiata – esordisce Fietta – per questo viene rialzata o delimitata, protetta e destinata ai pedoni, altrimenti, diventa parte della carreggiata sulla quale possono correre le auto con grave pericolo per tutti i pedoni, anche per le persone disabili. Il Codice della Strada prevede, in alternativa al marciapiede classico e rialzato, un marciapiede a raso, purché siano previste apposite delimitazioni e protezioni a tutela del pedone», spiega Fietta, citando una comunicazione dell’Anci a cui era stata posta la questione.

Gli interventi contestati da Fietta dovrebbero concludersi entro Pasqua e interessano diverse strade cittadine come via Caserme, via Palade, via Schaffer, via Piave, via Toti, via Carducci, via Speckbacher, via Huber, via Mozart, via Rossini, via Mainardo, via san Francesco, via Goethe, via Hofer, via Laurin e via IV Novembre.

Interventi che in parte prevedono l’abbassamento del marciapiede nel tratto interessato all’attraversamento pedonale ma in altri casi, come in via Laurin, hanno visto l’abbassamento di un’importante porzione di marciapiede, sempre e «pericolosamente», sottolinea Fietta, a livello della strada.

«Da quello che si vede, in via Laurin - spiega - hanno ribassato a raso e per un lungo tratto le cordonate dei marciapiedi. Una questione è farlo dove è necessario per il tratto necessario a garantire un passaggio pedonale senza barriere, ma se si decide di abbassare completamente un marciapiede, allora bisogna segnalarlo con una striscia bianca e contestualmente realizzare una barriera di protezione con paletti o diverse forme di protezione del tipo parapetti. Abbassando un marciapiede a zero, se non si mettono nemmeno segnalazioni adeguate, allora quello si trasforma in un tratto di strada sul quale potrà circolare qualsiasi mezzo».

Una questione che diventerebbe ancora più complessa, chiosa l’ingegnere, visto che in assenza delle strisce bianche atte a dividere la carreggiata dal tratto dedicato ai pedoni, come è il caso di via Leopardi, si realizza anche un pericoloso paradosso. Spiega Fietta: «La legge, in particolare l’articolo 143 del Codice della Strada, impone agli automobilisti di viaggiare in prossimità del margine destro della carreggiata. Se il cordolo del marciapiede è ribassato a zero e a dividerlo dalla carreggiata non c’è nemmeno una striscia bianca, ecco che questo diventa un pezzo di pavimentazione stradale e allora, in punta di legge, per un automobilista diventerebbe obbligatorio occuparlo per il transito, proprio per via di quanto detto sopra».

Infine, è sempre l’ingegnere meranese a ricordare la pericolosità di situazioni come quelle in via Leopardi inferiore, dove tra carreggiata e marciapiede sono stati posizionati elementi divisori non adeguatamente segnalati ma punta il dito anche verso gli elementi divisori posizionati in piazza Teatro che delimitano l’area pedonale. «Ogni elemento sulla sede stradale o al suo confine deve essere segnalato adeguatamente con cartelli a barre trasversali, cosa che non vedo in via Leopardi, dove quegli elementi divisori sono già stati protagonisti di incidenti per via della loro scarsa visibilità, ma neanche in piazza Teatro dove ogni tot giorni quegli elementi rettangolari vengono investiti e quindi danneggiati da auto», conclude l’ingegnere.













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