Arrivano le quota rosa anche nei nomi delle vie 

Odonomastica. Approvato il nuovo regolamento comunale per le intitolazioni di strade e piazze Riequilibrio di genere, i personaggi maschili non potranno superare un terzo delle proposte 



Merano. Sarà che lo scorso marzo la Civica per Merano aveva sollevato un polverone. Sarà la crescente attenzione alla storia delle donne. O forse la necessità di dare un riconoscimento a posti con nomi popolari, quelli nati dall’uso comune. L’altra sera il consiglio comunale ha approvato la delibera per l’adozione di un regolamento sull’odonomastica e per l’istituzione della relativa commissione: sarà questa a individuare nuovi odonimi e a ragionare su quelli già esistenti – si pensi alla battaglia del consigliere David Augscheller (Sinistra Ecosociale) intorno a via Cadorna, analogamente a quanto la sinistra ha fatto in diverse città italiane.

La commissione.

La commissione sarà composta da otto persone, di cui sette nominate dalla giunta: l’assessore alla cultura italiana, quello alla cultura tedesca, uno storico del gruppo linguistico italiano e uno del gruppo tedesco, un funzionario dell’ufficio Cultura, uno dell’Archivio comunale e uno dell’ufficio competente per l’odonomastica. In più, i membri dell’opposizione che siedono nella commissione consiliare agli Affari sociali sceglieranno l’ottavo nome (il presidente della commissione Affari sociali o un suo membro), che dovrà afferire a un partito diverso da quelli di governo. Non saranno ammesse astensioni nella votazione e nel caso di parità tra i voti favorevoli e quelli contrari la proposta sarà cassata. Toccherà poi al consiglio comunale scegliere dalla rosa di nomi individuata dalla commissione due denominazioni, per poi sceglierne una con la maggioranza dei due terzi.

La storia delle donne.

Il regolamento non si limita a definire l’iter di attribuzione dei nomi, ma enuncia anche i principi generali a cui la commissione si dovrà attenere. Prende le mosse dalla relazione presentata dagli esperti di storia locale Carlo Romeo e Martha Verdorfer nel luglio del 2018. Nel loro lavoro si legge come nelle nuove denominazioni vada confermata “l’abitudine del collegamento a riferimenti antropogeografici locali” e perseguito “il riequilibrio tra denominazioni maschili e femminili, queste ultime particolarmente sottorappresentate”. Qualcuno si ricorderà i tour organizzati dal Museo delle donne alla scoperta delle meranesi dimenticate, le donne che pure con ruoli da protagoniste della vita cittadina oggi non ricordiamo più. È un piccolo test spesso riproposto da ricercatori e opinion leader: quante scrittrici, quante scienziate, quante artiste sappiamo nominare? Di qui il primo criterio del regolamento, l’obiettivo di riequilibrare le denominazioni per genere. Finché non lo si sarà realizzato, i personaggi maschili non potranno superare la quota di un terzo delle proposte, a meno che non si tratti di individui strettamente legati all’area a cui trovare un nome. In ogni caso tutte le proposte dovranno essere riconducibili all’antropogeografia locale o a personalità di assoluto rilievo nei rispettivi ambiti.

Civica e Sinistra Ecosociale.

Lo scorso marzo il consiglio comunale ha approvato “passerella Franz Tappeiner” e “passeggiata Margarete di Tirolo”. Non senza polemiche da parte della Civica per Merano, che per protesta non ha votato. «La segnaletica che indica le nuove denominazioni viarie – così Andrea Casolari – è stata apposta ben prima dell’approvazione del consiglio comunale. Sembra che siamo chiamati a dare una semplice ratifica, quando c’è ancora un lungo elenco di meranesi illustri che “aspettano” l’intitolazione di qualcosa». L’osservazione è stata condivisa dal consigliere David Augscheller: «Alcuni mesi fa è stata approvata una mia mozione relativa alla sostituzione del toponimo “via Cadorna”, ma poi non se ne è più fatto niente». «Stiamo elaborando i criteri per un regolamento della procedura della toponomastica», aveva assicurato il sindaco Paul Rösch nell’occasione. S.M.













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